domenica 11 dicembre 2011

Amalia Guglielminetti


Amalia Guglielminetti
Nata a Torino nel 1885 da una famiglia di industriali benestanti, rimase orfana di padre molto giovane.
La sua raccolta di poesie, Voci di Giovinezza (1903), pubblicata a diciotto anni, fu dedicata a suo padre.
Dopo la morte del genitore, la piccola fu mandata in una scuola religiosa, i cui ricordi ritrasse nella sua seconda raccolta di poesie intitolata Le vergini folli (1907).
Voci di giovinezza creò scompiglio nella società benpensante di Torino, Le vergini folli la consacrò come poetessa di spicco, ed attirò l'attenzione del giovane poeta Guido Gozzano.
Tra i due iniziò una intensa relazione epistolare, inizialmente mossa da reciproca ammirazione, ma che ben presto si tramutò in una tormentata storia d'amore, dalle cui Lettere d'amore, scritte tra il 1907 e il 1910, è possibile ricostruire un'immagine fedele del clima culturale di quegli anni.
I critici e gli scrittori reagirono esprimendo i propri pregiudizi verso una scrittrice donna, cosa che suscitò più divertimento che rabbia, nella Guglielminetti.
Nel 1909, uscì la terza collezione di poesie, Le seduzioni, con la quale la poetessa costruì la sua fama di donna perversa e sensuale.
Questa è la raccolta che definisce maggiormente la Guglielminetti, e che sintetizza la sua natura come "colei che va da sola".
La morte della sorella Emma, sopraggiunta nel 1909, diede vita ad un altro volume di poesie, che però uscì solo nel 1934, incluso nella raccolta I serpenti di Medusa.
La natura della poesia della scrittrice, unite al suo aspetto inusuale, con lunghi capelli neri e vestiti dell'ultimo grido parigino, la resero una figura stridente nel panorama culturale torinese.
La natura essenzialmente solitaria di Amalia Guglielminetti, inoltre, la rese un personaggio del tutto anticonformista.
Tra il 1916 e il 1925, pubblicò anche dei libri per bambini: Fiabe in versi (1916); La reginetta Chiomadoro (1923); Il ragno incantato (1923) e La carriera dei pupazzi (1925).
Negli anni successivi, però, una tormentata relazione sentimentale, con lo scrittore Pitigrilli, le causò un collasso nervoso ed un ricovero; esperienze, che segnarono per sempre lo stile della poetessa, che da quel momento divenne più duro.
Negli stessi anni, uscirono diverse raccolte di racconti brevi, e furono messe in scena diverse commedie, che riscossero un grandissimo consenso di pubblico.
La Guglielminetti scrisse anche due romanzi, il secondo dei quali, La rivincita del maschio (1923), fu preso di mira dalla Lega della Pubblica Moralità, poiché ritenuto immorale ed osceno.
Questa scrittrice fu anche una delle poche donne italiane a lanciare e a dirigere un giornale letterario, che lei chiamò Seduzioni, come la sua raccolta di poesie più famosa.
Amalia Guglielminetti morì nel 1941, a cinquantasei anni, per delle complicazioni dovute ad un incidente, accadutole durante un raid aereo.
Rimase sempre una figura solitaria, tormentata da sbalzi depressivi (dalla rete).


l'arte

Più che tremor di pianti trattenuti,
più che improvviso impallidir, che sguardi
gravi d'angoscia, che sorrisi tardi,
dalla pietà del proprio ma! spremuti,
giovan gl'inganni blandamente astuti
di sapienza, che avvicenda ai dardi
i balsami negli occhi maliardi
e veste i lacci d'ori e di velluti.
Sincerità non vai, sol arte giova.
Destreggiarsi e regnar saprà l'esperta
quando vinta cadrà l'anima nova.
L'arte non è sottil ; diletta forse.
Disperde i sogni e tien gli spirti all'erta.
Facile è l'arte, dove amor non morse.

Amalia Guglielminetti


Marco Reviglione, ritratto di Amalia Guglielminetti


Nessun commento:

Posta un commento