domenica 28 agosto 2011

Lapislazzuli

Il lapislazzuli (meno comune lapislazuli) è una delle pietre preziose considerate tali da più tempo nella storia.
La storia di questa gemma risale al V millennio a.C., fu molto usata per la fabbricazione dei gioielli trovati nelle tombe faraoniche in Egitto.
È di colore azzurro intenso prevalentemente (ma ne esistono anche campioni di colore più vicino al celeste, a seconda della quantità di calcite), e da questo deriva il suo nome, composto dal latino lapis (pietra) e lazuli, genitivo del latino medioevale lazulum, derivato dall'arabo (al-)lazward, a sua volta dal persiano lāzhward (لاژورد) che significa appunto "azzurro".
Lo stesso termine "azzurro" deriva da lāzhward, con la perdita della L iniziale, assimilata con la lam dell'articolo determinativo arabo.
Il lapislazzuli è una roccia e non un minerale perché è composto da diversi minerali (prevalentemente lazurite, pirite e calcite).
Il Lapislazzuli si trova in giacimenti soprattutto in Afghanistan (Miniera di Sar-e-Sang, in Badakhshan, citata anche da Marco Polo), Cina e Cile.
È presente anche in alcune effusioni dei vulcani campani e laziali.
Nel Buddhismo viene considerato uno dei sette tesori e equiparato alla coscienza di sé.
Con il lapislazzuli si creava attraverso la macinazione e altri procedimenti, il più pregiato blu degli affreschi medievali, dalla tonalità intensa ed estremamente resistente nel tempo.
Il costo di questa materia prima era paragonabile a quello dell'oro, se si pensa che le uniche miniere conosciute erano in Afghanistan.
La ricchezza del materiale aveva anche un significato devozionale: nell'arte sacra ritrarre la divinità con materiali preziosi era una sorta di offerta che si faceva nei loro confronti.
Il lapislazzuli è anche stato, e tuttora è, usato in gioielleria e nell'intaglio e nella scultura. Famose sono le coppe e i vasi in lapislazzuli che appartennero ai Medici, famiglia regnante a Firenze nel XIV - XV secolo.
Il colore e le inclusioni di pirite, che danno l'idea del cielo stellato, hanno reso nell'immaginario umano il lapislazzuli una pietra poetica e legata al cielo.
Il lapislazzuli viene citato nei libri di Lisa Jane Smith, nella saga Il diario del vampiro, come la gemma che impedisce ai vampiri di essere bruciati dalla luce solare.
Il blu oltremare è un pigmento inorganico di colore blu.
Noto sin dall'antichità è un silicato di sodio e alluminio con inclusioni di solfuri e solfati; in altri termini è un calcare mineralizzato contenente dei cristalli cubici di lazurite.
Il colore blu è dovuto al radicale dell'anione S3- che contiene un elettrone spaiato.
In natura si trova una composizione simile nel lapislazzuli, una pietra semipreziosa che fino al XIX secolo, attraverso una costosa e lunga lavorazione, era utilizzata per la sua produzione.

Tale pigmento si identifica oggi come oltremare genuino (da Wikipedia).

4 commenti:

  1. Stabilissimo in ambiente alcalino, è però instabile in ambiente acido nel quale perde il colore e diventa bianco-grigio. Impiegato ad esempio da Giotto e Michelangelo negli affreschi della cappella Sistina a Roma e della Basilica di S. Francesco ad Assisi.

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  2. Grazie
    per la doverosa e necessaria precisazione.
    Mi dici chi sei?

    Gujil

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  3. Preferisco restare anonimo, mi firmerò con un nome particolare.

    "Aristeo"

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  4. Aristeo va benissimo!

    Gujil

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