Spleen
Quando il cielo basso pesa come un coperchio
sullo spirito che geme, preda d'un tedio ininterrotto,
quando dell'orizzonte abbracciando tutto il cerchio
dispensa un giorno nero più triste della notte;
quando la terra si muta in un'umida cella,
e la Speranza, come un pipistrello maldestro,
va urtando i muri con la sua ala timida
e ai soffitti marciti cozzando con la testa;
quando la pioggia svolgendo le strisce sterminate
imita le sbarre di una prigione immensa,
e accorre un popolo muto di ragni infami
che appende le sue reti dentro i nostri cervelli;
campane all'improvviso saltano con furia
e scagliano verso il cielo un atroce lamento,
come spiriti erranti inquieti e senza patria
che si mettano a gemere ostinatamente.
- E carri funebri, senza tamburi né musica,
mi sfilano nell'anima in lungo e lento corteo;
la Speranza, vinta, piange, e l'Angoscia, dispotica,
mi pianta sul cranio reclino il suo vessillo nero.
Charles Baudelaire
venerdì 30 luglio 2010
lunedì 26 luglio 2010
Armi dell'allegria
Eccole qua
le armi che piacciono a me:
la pistola che fa solo pum
(o bang, se ha letto qualche fumetto)
ma buchi non ne fa...
il cannoncino che spara
senza fare tremare
nemmeno il tavolino...
il fuciletto ad aria
che talvolta per sbaglio
colpisce il bersaglio
ma non farebbe male
né a una mosca né a un caporale...
Armi dell'allegria!
Le altre, per piacere,
ma buttatele tutte via!
Gianni Rodari
Eccole qua
le armi che piacciono a me:
la pistola che fa solo pum
(o bang, se ha letto qualche fumetto)
ma buchi non ne fa...
il cannoncino che spara
senza fare tremare
nemmeno il tavolino...
il fuciletto ad aria
che talvolta per sbaglio
colpisce il bersaglio
ma non farebbe male
né a una mosca né a un caporale...
Armi dell'allegria!
Le altre, per piacere,
ma buttatele tutte via!
Gianni Rodari
giovedì 22 luglio 2010
giovedì 15 luglio 2010
Vespro di Luglio
Il cielo pien di nuvole rosse a levante; di contro
un incendio ampio d'oro tra cui si sollevan superbi
co' verdi ombrelli i pini; ne 'l fiume tre vele spiegate
tutte gialle; a la riva un bel gruppo di giovini donne,
con le giunonie braccia nudate, le vesti succinte,
che lavan panni e cantano in coro stornelli d'amore;
un canneto lì presso; tra le canne un fulvo torello;
colline glauche in fondo, e ne l'aria via rondini a schiere.
Gabriele D'Annunzio
Il cielo pien di nuvole rosse a levante; di contro
un incendio ampio d'oro tra cui si sollevan superbi
co' verdi ombrelli i pini; ne 'l fiume tre vele spiegate
tutte gialle; a la riva un bel gruppo di giovini donne,
con le giunonie braccia nudate, le vesti succinte,
che lavan panni e cantano in coro stornelli d'amore;
un canneto lì presso; tra le canne un fulvo torello;
colline glauche in fondo, e ne l'aria via rondini a schiere.
Gabriele D'Annunzio
mercoledì 14 luglio 2010
Il comune rustico
O che tra faggi e abeti erma su i campi
Smeraldini la fredda ombra si stampi
Al sole del mattin puro e leggero,
O che foscheggi immobile nel giorno
Morente su le sparse ville intorno
A la chiesa che prega o al cimitero
Che tace, o noci de la Carnia, addio!
Erra tra i vostri rami il pensier mio
Sognando l'ombre d'un tempo che fu.
Non paure di morti ed in congreghe
Diavoli goffi con bizzarre streghe,
Ma del comun la rustica virtú
Accampata a l'opaca ampia frescura
Veggo ne la stagion de la pastura
Dopo la messa il giorno de la festa.
Il consol dice, e poste ha pria le mani
Sopra i santi segnacoli cristiani:
— Ecco, io parto fra voi quella foresta
D'abeti e pini ove al confin nereggia.
E voi trarrete la mugghiante greggia
E la belante a quelle cime là.
E voi, se l'unno o se lo slavo invade,
Eccovi, o figli, l'aste, ecco le spade,
Morrete per la nostra libertà. —
Un fremito d'orgoglio empieva i petti,
Ergea le bionde teste; e de gli eletti
In su le fronti il sol grande feriva.
Ma le donne piangenti sotto i veli
Invocavan la madre alma de' cieli.
Con la man tesa il console seguiva:
— Questo, al nome di Cristo e di Maria,
Ordino e voglio che nel popol sia. —
A man levata il popol dicea, Sí.
E le rosse giovenche di su 'l prato
Vedean passare il piccolo senato,
Brillando su gli abeti il mezzodí.
O che tra faggi e abeti erma su i campi
Smeraldini la fredda ombra si stampi
Al sole del mattin puro e leggero,
O che foscheggi immobile nel giorno
Morente su le sparse ville intorno
A la chiesa che prega o al cimitero
Che tace, o noci de la Carnia, addio!
Erra tra i vostri rami il pensier mio
Sognando l'ombre d'un tempo che fu.
Non paure di morti ed in congreghe
Diavoli goffi con bizzarre streghe,
Ma del comun la rustica virtú
Accampata a l'opaca ampia frescura
Veggo ne la stagion de la pastura
Dopo la messa il giorno de la festa.
Il consol dice, e poste ha pria le mani
Sopra i santi segnacoli cristiani:
— Ecco, io parto fra voi quella foresta
D'abeti e pini ove al confin nereggia.
E voi trarrete la mugghiante greggia
E la belante a quelle cime là.
E voi, se l'unno o se lo slavo invade,
Eccovi, o figli, l'aste, ecco le spade,
Morrete per la nostra libertà. —
Un fremito d'orgoglio empieva i petti,
Ergea le bionde teste; e de gli eletti
In su le fronti il sol grande feriva.
Ma le donne piangenti sotto i veli
Invocavan la madre alma de' cieli.
Con la man tesa il console seguiva:
— Questo, al nome di Cristo e di Maria,
Ordino e voglio che nel popol sia. —
A man levata il popol dicea, Sí.
E le rosse giovenche di su 'l prato
Vedean passare il piccolo senato,
Brillando su gli abeti il mezzodí.
Giosuè Carducci
martedì 13 luglio 2010
lunedì 12 luglio 2010
giovedì 8 luglio 2010
Gustave Courbet
studio per paesaggio con cascata, 1877
studio per paesaggio con cascata, 1877
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Cosa altro aggiungere a questa meraviglia, il fatto che Courbet amava il mondo in cui viveva e si circondava di colori ed umori che lo aiutassero a respirare a pieni polmoni l'alito del secolo in cui visse e creò la sua pittura.
Per i pittori realisti, né la natura, né le immagini di vita, possono avere una qualsiasi idealizzazione, perchè, come afferma Courbet «un oggetto astratto, invisibile, che non esiste, è estraneo all'ambito della pittura».
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mercoledì 7 luglio 2010
LA SABBIA DEL TEMPO
Come scorrea la calda sabbia lieve
per entro il cavo della mano in ozio
in cor sentì che il giorno era più breve.
E un’ansia repentina il cor m’assale
per l’appressar dell’umido equinozio
che offusca l’oro delle piagge salse.
Alla sabbia del Tempo urna la mano
era, clessidra il cor mio palpitante,
l’ombra crescente di ogni stelo vano
quasi ombra d’ago in tacito quadrante
Gabriele D'Annunzio
Come scorrea la calda sabbia lieve
per entro il cavo della mano in ozio
in cor sentì che il giorno era più breve.
E un’ansia repentina il cor m’assale
per l’appressar dell’umido equinozio
che offusca l’oro delle piagge salse.
Alla sabbia del Tempo urna la mano
era, clessidra il cor mio palpitante,
l’ombra crescente di ogni stelo vano
quasi ombra d’ago in tacito quadrante
Gabriele D'Annunzio
martedì 6 luglio 2010
lunedì 5 luglio 2010
"Don't Give Up"
in this proud land we grew up strong
we were wanted all along
I was taught to fight, taught to win
I never thought I could fail
no fight left or so it seems
I am a man whose dreams have all deserted
I've changed my face, I've changed my name
but no one wants you when you lose
don't give up
'cos you have friends
don't give up
you're not beaten yet
don't give up
I know you can make it good
though I saw it all around
never thought I could be affected
thought that we'd be the last to go
it is so strange the way things turn
drove the night toward my home
the place that I was born, on the lakeside
as daylight broke, I saw the earth
the trees had burned down to the ground
don't give up
you still have us
don't give up
we don't need much of anything
don't give up
'cause somewhere there's a place
where we belong
rest your head
you worry too much
it's going to be alright
when times get rough
you can fall back on us
don't give up
please don't give up
'got to walk out of here
I can't take anymore
going to stand on that bridge
keep my eyes down below
whatever may come
and whatever may go
that river's flowing
that river's flowing
moved on to another town
tried hard to settle down
for every job, so many men
so many men no-one needs
don't give up
'cause you have friends
don't give up
you're not the only one
don't give up
no reason to be ashamed
don't give up
you still have us
don't give up now
we're proud of who you are
don't give up
you know it's never been easy
don't give up
'cause I believe there's the a place
there's a place where we belong
Non Arrenderti
in questa terra fiera siamo cresciuti forti
eravamo desiderati da sempre
mi hanno insegnato a combatterlo, a vincere
non avrei mai pensato di perdere
nessuna lotta è andata via o almeno così sembra
sono un uomo i cui sogni l’hanno abbandonato
ho cambiato faccia, ho cambiato nome
ma nessuno ti vuole quando perdi
non arrenderti
perché hai amici
non arrenderti
non ti hanno ancora battuto
non arrenderti
so che sai farlo bene
anche se l’ho visto da per tutto
non avrei mai immaginato sarei stato coinvolto
pensavo sarei stato l’ultimo ad andare
è così strano come le cose girano
guidato la notte verso casa mia
il posto dove sono nato, sulla riva del lago
mentre la luce del giorno si rompe, ho visto la terra
gli alberi sono bruciati giù per terra
non arrenderti
hai ancora noi
non arrenderti
non abbiamo bisogno molto di niente
non arrenderti
perché da qualche parte c’è un posto
dove apparteniamo
rilassa la tua testa
ti preoccupi troppo
andrà tutto bene
quando il tempo diventa duro
puoi cadere indietro su noi
non arrenderti
per favore non arrenderti
dovuto camminare fuori di qua
non ce la faccio più
starò su quel ponte
terrò i miei occhi giù in basso
qualsiasi cosa verrà
e qualsiasi andrà
quel fiume scorre
quel fiume scorre
andai in un altra città
provai duramente ad adeguarmi
per qualsiasi lavoro, così tanti uomini
così tanti uomini che non servono a nessuno
non arrenderti
perché hai amici
non arrenderti
non sei l’unico
non arrenderti
non c’è nessuna ragione di vergognarsi
non arrenderti
hai ancora noi
non arrenderti adesso
siamo fieri di chi sei
non arrenderti
sai che non è mai stato facile
non arrenderti
perché credo che c’è quel posto
c’è quel posto dove apparteniamo
Peter Gabriel
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in this proud land we grew up strong
we were wanted all along
I was taught to fight, taught to win
I never thought I could fail
no fight left or so it seems
I am a man whose dreams have all deserted
I've changed my face, I've changed my name
but no one wants you when you lose
don't give up
'cos you have friends
don't give up
you're not beaten yet
don't give up
I know you can make it good
though I saw it all around
never thought I could be affected
thought that we'd be the last to go
it is so strange the way things turn
drove the night toward my home
the place that I was born, on the lakeside
as daylight broke, I saw the earth
the trees had burned down to the ground
don't give up
you still have us
don't give up
we don't need much of anything
don't give up
'cause somewhere there's a place
where we belong
rest your head
you worry too much
it's going to be alright
when times get rough
you can fall back on us
don't give up
please don't give up
'got to walk out of here
I can't take anymore
going to stand on that bridge
keep my eyes down below
whatever may come
and whatever may go
that river's flowing
that river's flowing
moved on to another town
tried hard to settle down
for every job, so many men
so many men no-one needs
don't give up
'cause you have friends
don't give up
you're not the only one
don't give up
no reason to be ashamed
don't give up
you still have us
don't give up now
we're proud of who you are
don't give up
you know it's never been easy
don't give up
'cause I believe there's the a place
there's a place where we belong
Non Arrenderti
in questa terra fiera siamo cresciuti forti
eravamo desiderati da sempre
mi hanno insegnato a combatterlo, a vincere
non avrei mai pensato di perdere
nessuna lotta è andata via o almeno così sembra
sono un uomo i cui sogni l’hanno abbandonato
ho cambiato faccia, ho cambiato nome
ma nessuno ti vuole quando perdi
non arrenderti
perché hai amici
non arrenderti
non ti hanno ancora battuto
non arrenderti
so che sai farlo bene
anche se l’ho visto da per tutto
non avrei mai immaginato sarei stato coinvolto
pensavo sarei stato l’ultimo ad andare
è così strano come le cose girano
guidato la notte verso casa mia
il posto dove sono nato, sulla riva del lago
mentre la luce del giorno si rompe, ho visto la terra
gli alberi sono bruciati giù per terra
non arrenderti
hai ancora noi
non arrenderti
non abbiamo bisogno molto di niente
non arrenderti
perché da qualche parte c’è un posto
dove apparteniamo
rilassa la tua testa
ti preoccupi troppo
andrà tutto bene
quando il tempo diventa duro
puoi cadere indietro su noi
non arrenderti
per favore non arrenderti
dovuto camminare fuori di qua
non ce la faccio più
starò su quel ponte
terrò i miei occhi giù in basso
qualsiasi cosa verrà
e qualsiasi andrà
quel fiume scorre
quel fiume scorre
andai in un altra città
provai duramente ad adeguarmi
per qualsiasi lavoro, così tanti uomini
così tanti uomini che non servono a nessuno
non arrenderti
perché hai amici
non arrenderti
non sei l’unico
non arrenderti
non c’è nessuna ragione di vergognarsi
non arrenderti
hai ancora noi
non arrenderti adesso
siamo fieri di chi sei
non arrenderti
sai che non è mai stato facile
non arrenderti
perché credo che c’è quel posto
c’è quel posto dove apparteniamo
Peter Gabriel
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giovedì 1 luglio 2010
Vertigine
Che cosa sono per noi, cuore mio, i laghi di sangue e di brace,
e mille uccisioni, e le lunghe grida di rabbia,
singhiozzi d'ogni inferno che rovescia ogni ordine,
e ancora l'Aquilone sulle rovine,
e ogni vendetta? Nulla. Ma sì, intera la vogliamo!
Industriali, principi, senati; perito!
Potenze, giustizia, storia: abbasso!
Questo ci spetta. Il sangue! Il sangue! La fiamma d'ora!
Tutto alla guerra, alla vendetta, al terrore.
Spirito mio! Volteggiamo nella morsura.
Ah, passate, repubbliche di questo mio mondo!
Imperatori, reggimenti, coloni, popoli. basta!
Chi attizzerebbe i furiosi vortici di fuoco,
all'infuori di noi e di coloro che immaginiamo fratelli?
A noi, romanzeschi amici. Ci divertiremo.
Noi non lavoreremo mai, o fiotti di fiamme!
Europa, Asia, America, scomparite.
La nostra marcia vendicatrice ha tutto occupato,
città e campagne! Saremo schiacciati!
I vulcani salteranno! E l'oceano percosso...
Oh, amici miei... È certo, cuor mio: sono fratelli.
Se ci mettessimo in marcia, neri sconosciuti...
Andiamo, andiamo! O sventura mi sento fremere,
la vecchia terra su me, sempre più vostro, la terra piomba.
(Non è nulla: sono qui: ci sono sempre.)
Arthur Rimbaud
Che cosa sono per noi, cuore mio, i laghi di sangue e di brace,
e mille uccisioni, e le lunghe grida di rabbia,
singhiozzi d'ogni inferno che rovescia ogni ordine,
e ancora l'Aquilone sulle rovine,
e ogni vendetta? Nulla. Ma sì, intera la vogliamo!
Industriali, principi, senati; perito!
Potenze, giustizia, storia: abbasso!
Questo ci spetta. Il sangue! Il sangue! La fiamma d'ora!
Tutto alla guerra, alla vendetta, al terrore.
Spirito mio! Volteggiamo nella morsura.
Ah, passate, repubbliche di questo mio mondo!
Imperatori, reggimenti, coloni, popoli. basta!
Chi attizzerebbe i furiosi vortici di fuoco,
all'infuori di noi e di coloro che immaginiamo fratelli?
A noi, romanzeschi amici. Ci divertiremo.
Noi non lavoreremo mai, o fiotti di fiamme!
Europa, Asia, America, scomparite.
La nostra marcia vendicatrice ha tutto occupato,
città e campagne! Saremo schiacciati!
I vulcani salteranno! E l'oceano percosso...
Oh, amici miei... È certo, cuor mio: sono fratelli.
Se ci mettessimo in marcia, neri sconosciuti...
Andiamo, andiamo! O sventura mi sento fremere,
la vecchia terra su me, sempre più vostro, la terra piomba.
(Non è nulla: sono qui: ci sono sempre.)
Arthur Rimbaud
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