venerdì 6 febbraio 2009

PICCOLA STORIA DI DUBBIO


Un giorno, nella calma città del Sole, venne dal Nord un uomo assai strano.
Aveva una lunga barba foltissima ed indossava dei pesanti vestiti.
Nessuno degli abitanti lo aveva mai visto prima nè, ancora, lo aveva sentito proferire parola alcuna.
Forse era vecchio, forse era solo malandato e stanco.
Restava per ore ed ore seduto sui primi gradini dell'ampia scalinata che saliva, avvolgendosi a mò di nastro, verso l'ingresso della Casa del Sole.
La popolazione, dapprima, si mostrò volutamente indifferente alla presenza di quello strano individuo; la città intera si sforzava di continuare, nei limiti del possibile e come se niente fosse, la solita vita di sempre.
Poi, via che ti passava il tempo, la presenza continua di quell'enigmatica figura che, a giudizio dei personaggi più autorevoli della città, aveva uno strano e torvo modo di osservare tutta la gente, cominciò a sollevare qualche sporadica lamentela presso i salotti delle case della classe aristocratica.
In effetti la domanda che ciascun abitante, grande o piccino, povero o ricco che fosse,, si poneva era più che legittima: cosa mai aveva in mente di fare quell'uomo perennemente seduto in assoluto silenzio ed, almeno all'apparenza, tranquillo?
I buoni ed onesti padri di famiglia cominciarono seriamente a preoccuparsi per i loro figli e le loro donne e, non sapendo quali pesci pigliare, si limitarono a proibire ai loro congiunti di frequentare la Casa del Sole.
Poi, visto che la "penosa questione", così come era stata definita da una tempestiva convocazione del Consiglio Comunale, non tendeva nè a risolversi nè tantomeno a sbloccarsi da sola, in pochi giorni il malumore della popolazione divenne astio che si estese a tutti i ceti sociali.
Da allora nessuno perse mai occasione, adducendo ai più incoerenti pretesti, di indirizzare parole non certo lusinghiere verso quella strana figura di uomo che, a dire il vero, non stava infastidendo nessuno di loro.
Quando poi il tempo, che lì era sempre sole e caldo, subì un repentino quanto inspiegabile mutamento verso il brutto, l'astio lungamente covato si tramutò in ira furibonda finchè, in una mattinata di pioggia, gli uomini più forti e coraggiosi del paese, armati di nodosi e pesanti bastoni, compatti e convinti di essere nel giusto, decisero di ricorrere alle maniere forti per porre fine a quella situazione.
Per di più, circolava una voce per cui si pensava che quell'uomo, con il suo comportamento da fannullone, stava dando un esempio fortemente negativo ai loro bambini.
La squadra, Sindaco in testa a tutti, partì dal cortile della scuola elementare salutata da due ali di folla osannante.
Qualcuno, nella confusione del momento, era perfino riuscito a raffazzonare in fretta e furia uno striscione su cui risaltava la prosaica scritta "EVVIVA I NOSTRI VENDICATORI".
Tutta la città quel giorno si era fermata per poter osservare coi propri occhi l'esempio di come un popolo altamente civilizzato come il suo fosse in grado di potersi costruire un proprio, solido futuro.
Dunque la squadra si mosse in direzione della Casa del Sole seguita da una fiumana di gente che articolava slogans carichi di odio che promettevano chissà quali orribili punizioni.
Entro breve tempo giunsero al margine della piazza principale da dove la visione della Casa del Sole era più facile e completa.
Abbagliato di stupore il flusso si bloccò ammutolito nel centro della piazza quando si accorse che la causa di tutti i loro problemi, il personaggio in questione insomma, era sparita.
Dopo un primo inevitabile attimo di sbigottimento tutti cominciarono a guardarsi l'un l'altro dapprima in modo stupito poi, via via, sempre più sospetto.
Nella folla si alimentava il dubbio che, per forza di cose, qualcuno di loro aveva qualcosa a che fare con quella insospettata sparizione improvvisa.
Cittadini di integerrima personalità, in preda ad un isterismo furioso, iniziarono a lanciarsi in reciproche ed infondate accuse.
Qua e là per la piazza si scatenarono tafferugli violenti che costrinsero il Sindaco a fare intervenire le forze dell'ordine che dovettero disperdere, a suon di manganellate, la folla impazzita e furibonda.
Le ricerche durarono quasi quattro anni, vicolo per vicolo, casa per casa, ma dello strano personaggio fu persa ogni benchè minima traccia.
La Città del Sole non fu mai più la stessa.
Ora la gente si guardava in modo diverso, i rapporti interpersonali erano cambiati e l'amicizia e l'amore avevano lasciato posto al sospetto ed alla sfiducia reciproca.
Nessuno più si fidava di qualcuno.
La Casa del Sole, circondata da un nutrito cordone di guardie che ne impediva a chiunque il libero accesso "a scopo precauzionale", come sbandieravano i tanti manifesti appiccicati sui muri delle strade, venne lasciata cadere in rovina.
Ancora, adesso che di tempo ne è passato tanto, nelle scuole viene raccontata a tutti i bambini la storia di quell'uomo venuto dal Nord ed il dubbio che in quei lontani giorni trovò abbondante alimento, serpeggia e si radica negli animi.

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