Sudo ore di fastidiosi assilli.
La mia pelle stessa brucia di me
nel giorno.
Ma a sera sento freddo.
A sera
mi avvolgo in cenci e malinconie
come un sudario
e nel profumo di robinia e sambuco
colano unguenti di sepoltura.
Ma io sono viva.
Sono viva e sola.
Per questo
dietro gli occhi
dentro gli occhi
stillo pudore.
Il succo di maggio
è un pianto.
Il liquore doloroso
degli alberi stremati
da estenuante dolcezza.
L’umore perfido
di ogni fioritura.
Passi per me
questo calice.
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