Ti fregano dicendoti che sei stupido, ma ti fregano anche dicendoti che sei bravo, intelligente, giudizioso, responsabile. Un vero ometto.
In entrambi i casi, ti caricano un fardello troppo grave per le tue esili spalle.
La colpa se la prendono sempre quei poveracci dei nostri genitori, che a loro volta si portavano addosso un'analoga zavorra, e così via. Ti caricano del tuo fardello, convinti di offrirtene uno più leggero ("sei bravo"), oppure di renderti le spalle più robuste ("sei stupido").
In realtà, ciascuno di noi si porta addosso solo il carico che ritiene indispensabile per il viaggio, così come ciascuno si è dotato delle spalle che reputa sufficienti a sostenerlo.
I ruoli sono intercambiabili: chi ti ha alleggerito il peso, in realtà ti ha fornito spalle robuste ma insopportabilmente ingombranti e rigide, tanto da renderti impossibili i movimenti.
Al contrario, chi ti ha chiamato stupido ti ha riempito lo zaino di inutili sacchi di sabbia. Ma, lungo la via, la sabbia è scivolata dalle fessure.
Incuriosito dall'inattesa leggerezza, hai scoperto che, in realtà, le tue spalle non si erano smisuratamente irrobustite: aprendo lo zaino hai constatato con grande meraviglia che la sabbia era interamente defluita, lasciando nei sacchi solo un lieve carico occulto di gemme d'inestimabile valore.
In realtà, è vero che "siamo solo ciò che abbiamo imparato".
Il sentiero ascende, e dal buio del dolore notturno sorge un'alba che reca con sé il sorriso stanco del pellegrino, sfinito e confuso dai patimenti del corpo e dell'anima, ma grato per l'interminabile cammino illumimato dalle ultime stelle della notte declinante.
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