Una leonessa sui monti di Libia o Scilla
che dentro ringhia sordamente, chi,
chi t'ha generato con l'animo cosí inumano
e duro da disprezzare il grido che t'implora
nella sventura estrema, cuore, cuore selvaggio?
Publio Valerio Catullo
Una leonessa sui monti di Libia o Scilla
che dentro ringhia sordamente, chi,
chi t'ha generato con l'animo cosí inumano
e duro da disprezzare il grido che t'implora
nella sventura estrema, cuore, cuore selvaggio?
Publio Valerio Catullo
L'altro
L'Iddio che a tutto provvede
poteva farmi poeta
di fede; l'anima queta
avrebbe cantata la fede.
Mi è strano l'odore d'incenso:
ma pur ti perdono l'aiuto
che non mi desti, se penso
che avresti anche potuto,
invece di farmi gozzano
un po' scimunito, ma greggio,
farmi gabrieldannunziano:
sarebbe stato ben peggio!
Buon Dio, e puro conserva
questo mio stile che pare
lo stile d'uno scolare
corretto un po' da una serva.
Non ho nient'altro di bello
al mondo, fra crucci e malanni!
M'è come un minore fratello,
un altro gozzano: a tre anni.
Gli devo le ore di gaudi
più dolci! Lo tengo vicino;
non cedo per tutte Le Laudi
quest'altro gozzano bambino!
Gli prendo le piccole dita,
gli faccio vedere pel mondo
la cosa che dicono Mondo,
la cosa che dicono Vita...
Ghiannis Ritsos
Il calcio a volo
Ventidue figure incrostate di fango che
si battono su un campo fangoso.
Un acuto abbaiare di numeri,
Quelli della prima fila si stringono gli uni agli altri,
Quelli della seconda si rannicchiano per avventarsi
Sugli uomini che cercano di passare.
Il fradicio tonfo di una pelle di porco presa a calci,
E sale il pallone sempre più in alto nell’aria
Mentre, sporche e infangate,
le figurine schizzano via sul campo.
Ernest Hemingway
Un languor di stanchezza io riconosco
nel volger delle tue pupille schive.
Fragil tu sei com'edera di bosco
che solo a un tronco avviticchiata vive.
Come l'acqua tu sei, che in ogni chiosco
verde si lagna e geme in fratte e in rive,
finchè tremando, giù pel greto fosco,
sposi al fiume le sue acque giulive.
Si porgono le tue docili mani,
sè stesse offrendo a una catena grave
con fervor d'umiltà nei gesti piani.
L'anima tua in fondo a' tuoi sfuggenti
occhi, saprà sorridere soave
sol quando per amare s'annienti.
Amalia Guglielminetti
Ricordo una chiesa antica,
romita,
nell’ora in cui l’aria s’arancia
e si scheggia ogni voce
sotto l’arcata del cielo.
Eri stanca,
e ci sedemmo sopra un gradino
come due mendicanti.
Invece il sangue ferveva
di meraviglia, a vedere
ogni uccello mutarsi in stella
nel cielo.
Giorgio Caproni
«Ti dico che è una vita da cani qui
Il mio padrone non tollera cani arroganti
Così cerco di adeguarmi e gli lecco le scarpe di tanto in tanto
proprio come fa ogni
scimmia quando vede un'altra scimmia farlo
e ho una certa posizione qui
sono un Cane da Guardia»
Lawrence Ferlinghetti
La paura ha tante facce e tanti nomi, è un’emozione potente ed un sentimento che ci blocca ed ostacola il naturale sviluppo di ogni essere vivente. In un’epoca di crisi come quella in cui viviamo abbiamo necessità di sentirsi sicuri e forti, per questo abbiamo paura della paura...
Din, dan, don, dan, o la piccola voce,
Santa Maria de la Concezione,
o, sapiente lunga orazione
sotto immobili cieli, ferrea croce;
altari bianchi come anime, buone,
o santi lieti nel martoro atroce,
o Gabriel, sotto il piè, feroce
ghigna il ribelle con le luci prone;
corone d’oro, manti di broccato,
cuori trafitti, bocche dolorose,
occhi con occhi in adorazione,
oh nulla, nulla sopravvisse al fato
ne la tetra rovina de le cose,
Santa Maria de la Concezione.
Sergio Corazzini
Realizzato nel diciottesiomo secolo (1735) in stile barocco, questo edificio è noto anche con
il nome di “chiesuola”: purtroppo attualmente è in stato di degrado e totale abbandono,
pur conservando ancora oggi un fascino straordinario.
L’oratorio un tempo faceva parte del complesso di Villa Taverna, a cui era collegato da un viale prospettico, oggi interrotto da una strada asfaltata.
A commissionare la costruzione della chiesa all’architetto Giacomo Antonio Quadrio fu il conte Costanzo Taverna.
(dalla rete)
Quegli che sazio della vita grigia
navigò verso l'isole custodi
una levarsi intese fra melodi
voce più dolce della canna frigia:
«Uomo! Ritorna sulle tue vestigia
al dolce mondo! Pel tuo bene m'odi!
Ché l'acqua stessa dei canori approdi
quella è che nutre la palude stigia».
«Con un fiore il passato si cancella!»
«Cancellerai la faccia della Madre
e della Sposa?» – «Tu sola mi piaci!»
«L'amarsi è bello!» – «Ma tu sei più bella!»
«Fra queste braccia soffrirai!» – «Leggiadre!»
«Verrà la Morte.» – «Pur che tu mi baci!»
Guido Gozzano
La Beata Riva è un manuale di letteratuta e di estetica scritto da Giovanni Piazzi.
Donna, che gli occhi hai di color di notte,
È cupa come il mar l’anima tua,
Come l’arcano e invitto mar che inghiotte
Nel muto grembo la smarrita prua.
Veggo le buje chiome e il vagabondo
Lampo degli occhi tuoi; nel bianco viso
Veggo il purpureo fior del dolce riso;
Ma nell’anima tua non veggo il fondo.
Odo la voce che i tuoi labbri a modo
Versan di musicale onda profusa;
Ma nell’anima tua velata e chiusa,
Per quanto ascolti, la voce io non odo.
Fata, che gli occhi hai di color di notte,
È cupa come il mar l’anima tua,
Come l’arcano e invitto mar che inghiotte
Nel muto grembo la smarrita prua.
Arturo Graf
Gli occhi neri sono forse uno dei tratti più distintivi della tipica
bellezza mediterranea. Ma questo non è sufficiente a spiegare il grande
fascino che il colore è in grado di esercitare.
Chi possiede gli occhi neri è molto coraggioso e sicuro di sè. La sicurezza non è l’unico elemento degli occhi neri. Le persone con gli occhi di questo colore sono coraggiose, non hanno paura di rischiare o di mettersi alla prova. Allo stesso tempo, danno sempre prova di grande forza, che può essere sia fisica sia interiore, e non mancano mai di metterla in mostra. Gli occhi neri hanno un significato molto profondo e sfaccettato.
Si
tratta solitamente di persone molto determinate. Persone che possono
quindi rivelare durezza d’animo, o freddezza nei confronti delle altre persone (dalla rete).
Sono tornato là
dove non ero mai stato.
Nulla, da come non fu, è mutato.
Sul tavolo (sull’incerato
a quadretti) ammezzato
ho ritrovato il bicchiere
mai riempito. Tutto
è ancora rimasto quale
mai l’avevo lasciato.
Giorgio Caproni
Ritorno
è l'azione o il fatto di tornare, di venire di nuovo in un luogo o in
una situazione.
Può indicare anche il gesto del rendere oppure l'azione di restituzione di
qualcosa.
-TRECCANI-
Il pensier più sagace invano indaga
la purezza di tua fronte scultoria,
turbato dalla bocca derisoria,
dagli occhi bui di maliarda maga.
Pur, questa tua seduzione vaga
di bell'enigma che ti rechi a gloria,
copre sol una oscurità illusoria
d'anima ambigua ch'ombra fredda allaga.
L'intima vanità mente a te stessa:
tu presumi l'assenza del pensiero
profondità di un'anima complessa.
E mentre un occhio osservator ti scruta
tu, certa di celar qualche mistero,
t'atteggi a sfinge impenetrata e muta.
Amalia Guglielminetti
Essere una sfinge significa persona enigmatica ed indecifrabile.
La sfinge era una
creatura mitologica che dimorava nei dintorni di Tebe e costringeva i
viandanti a risolvere il suo celebre enigma.
Chi falliva nel risolvere
tale enigma veniva strozzato dal mostro.
Lesbia (Clodia) era una donna colta, bellissima e spregiudicata: dimentica della tradizionale pudicizia imposta dal mos maiorum, pur essendo sposata, intrattiene una relazione per nulla platonica con il nostro Catullo. Tuttavia, non paga di un solo amante, intreccia relazioni con molti altri giovani. Inevitabilmente dunque la storia d’amore fra Catullo e Lesbia, durata presumibilmente cinque anni, è un susseguirsi di litigi, ripicche e dispetti nell’ambito dei quali Lesbia assume una posizione di predominanza assoluta.
58Celio, la mia Lesbia, quella Lesbia,
quella sola Lesbia che amavo
piú di ogni cosa e di me stesso,
ora all'angolo dei vicoli spreme
questa gioventú dorata di Remo.
Publio Valerio Catullo