martedì 30 novembre 2021

Riflesso e Tanka giapponese


 l'autunno si carica del freddo intenso,
preludio d'inverno che avvolge il cuore;

si sono avverati presagi, gelide verità

precludono all'anima amore e calore...

 
Candide sono le nubi
e, battendo armoniose le ali,
volano le oche selvatiche,
sì nitide che si può contarle
nel chiaro della luna autunnale

Anonimo giapponese

 

Questo “freddo di fuori stagione” si scontra pesantemente con la temperatura dei mari, i quali fanno registrare valori di circa 4/5°C oltre le medie di riferimento, dopo un’estate a dir poco bollente.
Tutto ciò si traduce in una maggior energia potenziale in gioco (alti tassi di umidità nei bassi strati dell’atmosfera), ovvero quel carburante necessario per lo sviluppo di fenomeni estremi (vedi piogge torrenziali e cicloni in Sicilia, Sardegna, Turchia e altrove).
(dalla rete)

lunedì 29 novembre 2021

Petali sulla strada

Asciutti sono i miei occhi
e non sventolo più addii;
le mie lacrime esaurite.
La gioia e il pianto
le ho avute in dono
in abbondanza
e per poco tempo.
Il tutto che mi sommerge
e il niente che mi accompagna
sono il mio destino.
Non c’è una giusta misura delle cose.
La vita non è una linea dritta
ha i suoi alti e bassi
che nel mio caso
sono abissi.

Clirim Muçae

 
sapremo mai risposte ai dubbi nostri?
le anse dei pensieri piene di visioni,
le anguste risorse spianano cuori
come petali di rose su strade infangate... 
 
i petali di rosa 
erano tra i simboli della tradizione in occasione del matrimonio: venivano sparsi sul capo degli sposi quale augurio di amore per tutta la durata dell'unione coniugale
(dalla rete)

domenica 28 novembre 2021

Riflesso: Oggi giorno di pioggia

 
una vecchia canzone sulla pioggia,
sull'amore "cerchiamo... insieme";
anime sole si incrociano sui tram,
nei metrò, nel traffico caotico,
esiste un attimo per tutte le cose,
bisogna scovarlo, trovarlo
così sarà come piace a noi,
come vorremmo...
 
Gujil

sabato 27 novembre 2021

Don't forget!

Non dimenticare 

C'è sempre qualcuno o qualcosa
che ti aspetta,
qualcosa di più forte, più intelligente,
più malefico, più resistente,
più dolce, più grasso, più grande, più piccolo,
e qualcosa con occhi di tigre e fauci di squalo,
qualcosa di più pazzo della pazzia,
di più furbo della furbizia,
c'è sempre qualcuno o qualcosa 
che ti aspetta,
mentre metti le scarpe
o dormi
o vuoi il bidone dell'immondizia
o carezzi il gatto
o lavi i denti
o festeggi
c'è sempre qualcuno o qualcosa
che ti aspetta.

Tienilo bene a mente
cosicché quando succede
sarai il più pronto possibile.

Nel frattempo, buona giornata a te
se ci sei ancora.
io penso di esserci,
mi sono appena bruciato le dita
con l'ennesima
sigaretta.
 

Charles Bukowski

eppure vorremmo essere dimenticati
per colpa dell'amore, o per il dolore;
poco importa il motivo alla base
tutto ha senso se si resta nel cuore...

Don't forget
There is always somebody or something
waiting for you,
something stronger; more intelligent,
more evil, more kind, more durable,
something bigger; something better;
something worse, something with
eyes like the tiger, jaws like the shark,
something crazier than crazy,
saner than sane,
there is always something or somebody
waiting for you
as you put on your shoes
or as you sleep
or as you empty a garbage can
or pet your cat
or brush your teeth
or celebrate a holiday
there is always somebody or something
waiting for you.

keep this fully in mind
so that when it happens
you will be as ready as possible.

meanwhile, a good dqy to
you
if you are still there.
I think that I am
I just burnt my fìngers on
this
cigarette.
 

 Charles Bukowski

venerdì 26 novembre 2021

Giorni di minime #78

 
Importerà a qualcuno il mio scrivere
fogli residuali di refoli vitali?
Le vie precluse ancora attirano
il mio procedere disordinatamente
la mia vita si orienta ormai
verso un orizzonte quasi vicino,
mi aspetta il mondo, ancora,
e qualcuno, forse...
 
Gujil

giovedì 25 novembre 2021

Poesia


Se ancora penso

Le infinite storie scontrano
residui del cuore, ombre
come presagi di veggenti
intenti, gratificanti, soli.
 
O mio amore!
se ancora penso
ritrovo pace
 
Occasioni proposte inciampano
volti tra strade sgombre
di consumati passi lenti,
tra luce e pioggia duoli

tra le pesanti ore
tu, io, di tutto il senso
che, sommerso giace!

Anonimo
del XX° Secolo
da "Le implicazioni sentimentali"


 

mercoledì 24 novembre 2021

Poesia e riflesso

Il cuore nelle tasche

E mi frugo tra i pensieri
come si fa con le tasche dei vecchi cappotti;
Le rigiro
le svuoto
le scucio
ci trovo due sigarette
un biglietto dell'autobus strappato
ed il tuo cuore.
L'avevo riposto con cura
avvolto con carta colorata.
L'avevo riposto per non rovinarlo
per non sgualcirlo
per non tradirlo.
L'avevo nascosto
come con le cose preziose;
come un gioiello
in cassaforte
come un fiore
in un diario.
L'avevo nascosto
per non farmelo rubare
per non lasciarlo andare
per dimenticare.
Lo rivedo qui
mentre rotola sulle lenzuola pulite
così perfetto
così intatto
così appassito.

Angelo Senatore

 

è bello possedere un cuore,
nell'anima nel petto, in testa;
sentire che batte è la vita che scorre,
qualche volta il rumore è assordante...

martedì 23 novembre 2021

lunedì 22 novembre 2021

Abbandono

l’abbandono, se vissuto come un passaggio evolutivo, è lo strumento che può aprire nuove strade e farti esplorare territori del tuo animo e della tua vita che ancora non conosci.
 
L’abbandono
"Tu che intender mi puoi, leggi e perdona"

I

Intenderà, pensavo; oggi o dimani
intenderà: dietro il mio breve addio
la porta chiuderà con le sue mani.

Non staran certo eternamente assorte
l’anime nostre nel primo desio,
mute a vegliar di questo amor la morte.….

Forse la spingerà l’ombra che lenta
avanza, sotto i nostri occhi, sul suolo,
o la fontana che giú si lamenta,

o qualche mio sospir non ben represso,
o il batter tetro del mio vecchio oriuolo,
la memoria d’un favor concesso.

La porta chiuderà con le sue mani.

II

E le parlai cosi, piú d’una volta:

Meglio che tu mi lasci al mio destino.
Misera meco non ti voglio. Ascolta.
Solo io prosegua il mio triste cammino.

Innanzi agli occhi miei pose la sorte
una meta lontana e tutta avvolta
di nebbie sí, che insidia par di morte.

Tra i dubbî or tu del mio sentier malfido
certo venir non puoi: tu, cosí fina
e candida, lasciare il tuo bel nido…

Piangi? Ebben, piangi. Io non dirò: Cammina!

III

Pur tu mi segui ancora, ombra dolente.
L’oscura soglia dell’oblio varcare
dunque non vuoi con le memorie care,
e sempre e ovunque mi starai presente?

Se di te la memoria affligger tanto
mi deve, ah meglio è forse ch’io ritorni
teco a soffrir l’antica pena e i giorni
stanchi e il tuo chiuso inconsolabil pianto.

E non piú questo avido assedio muto
di un’ombra che mi spia, che tutto vede
entro di me pria ch’io lo senta e chiede
di perpetuo compianto al cor tributo.

IV

Se con mano tremante (e già la mano
al pensiero mi trema) alla tua porta
battessi e all’improvviso, aprendo piano,
tu mi vedessi innanzi a te nel vano
della soglia – stupita, incerta, smorta!

Odo del tuo stupore il grido: acuto,
breve. Degli occhi tuoi vedo lo sguardo
e il tremor delle labbra. Qual saluto
ti porgerei? Restar potessi muto!
e tu potessi intendere com’ardo…

Come immemore tu dell’abbandono
parlar dovresti, qual chi indulga. Intento
io rifarei l’amor seguendo il suono
della tua voce. Tacito al perdono
risponderebbe certo il pentimento.

No, non verrò. Nel pallido tuo seno
è pure un cuore come il mio che geme,
un cuor che brama di lagnarsi, pieno
di lagrime, d’angoscia, di veleno.
Verrei per tormentarci ancora insieme?

V

Quand’io tornai d’un altro amor già stanco
a lei che m’attendea presaga e sola,
muto dinnanzi le restai, ma franco
fu quel silenzio, piú d’ogni parola.

“Finalmente ritorni!” ella mi disse.
“Neppur m’hai dato annunzio del ritorno…”
E su me le pupille intense e fisse
tenea nell’ombra. Già moriva il giorno

Ah come intanto mi stringea la mano!
D’assedio m’opprimean tutti i suoi sensi
spiandomi. – “Non parli?” – E invano,
invano di parlar mi sforzavo. – “A che mai pensi?”

Ed io pensavo. Ancora non le ho detto
la parola che attende. È come morta
la mia man nella sua, morto nel petto
il mio cuore per lei. Non se n’è accorta?

Mi cinse a un tratto il collo, lievemente.
“Perché non m’ami piú, perché?” – mi chiese.
Ed alitarmi in volto la dolente
voce sentii. Non pianse ella: mi prese

la testa e su le labbra arse la mia
bocca si strinse a lungo, a lungo, forte…
Ah, niun può dir che cosa atroce sia
baciar chi brucia, con le labbra morte!

 VI

Accendi il lume nella stanza triste;
alle finestre il ciel grigio s’oscura.
O con piacer la tua mestizia assiste
al morire del dí? Non hai paura?

Sei sola. L’ombra già t’avvolge densa.
Chi parla a te da un tempo ormai lontano?
lo t’ho ingannata e abbandonata… Pensa
forse a questo il tuo cuor? Tu piangi invano.

Nulla io dar ti potea, piú nulla; e un bene
fu per te certo il mio tardo abbandono.
Tienti come uno scampo a ree catene
questo dolor: concedi a me perdono.

Senti quanta tristezza è nel cor mio?
Vedi in che notte il mio spirito è avvolto?
Libera sei! Ch’hai tu perduto? Oblio
stendi su un sogno che sta ben sepolto.

Luigi Pirandello 
Dal Marzocco, 18 giugno 1899, e da Noi e il mondo, 1° gennaio 1914.

a nulla fecero argine allora
le parole mie nei versi, andò,
come foglia leggera, fu vento
che ancora mi muove i capelli...


 

domenica 21 novembre 2021

Tanka e riflesso

 

Nessuno potrà
vedermi né chiedermi
qualcosa – in sogno
verrò da te stanotte,
non chiudere la porta al sogno.

Kakinomoto no Hitomaro

Poter essere padrone dei sogni,
accarezzerei chi vuole sentirmi
riempirei la mente di giochi sereni
lascerei che penetrasse la gioia...

sabato 20 novembre 2021

Tanka, disegno e riflesso

Sara Morgese
"Mani Congiunte"
Studio per opera "Preghiera"
tecnica mista su cartone

Il tanka (短歌, letteralmente, in giapponese, "poesia breve"), anche chiamato waka, è un componimento poetico d'origine giapponese di 31 morae.
Nato nel V secolo d.C., grazie alla sua versatilità e alla pratica ininterrotta, non ha subito variazioni nel corso dei sedici secoli della sua storia.
A partire soprattutto dal XVII secolo, i primi tre versi iniziarono ad essere usati come una poesia a sé, dando così vita all'haiku.
(da wikipedia)

 

若ければ                                         Esser giovani

何をか恃まむ                                  è sperare qualcosa.

重ねあふ                                         Tra i palmi

掌にあたたかき                              delle mani congiunte

いのちは通ふ                                  si carezza la vita.

 Kyoko Inaba
da Gabbia di vetro, 1963

 

riguardo indietro e lontano il tempo
in cui ferii un tenero, piccolo cuore;
geografiche cicatrici ora solcano
le vie dell'affetto e sono dolore...

venerdì 19 novembre 2021

Haiku, riso e orzo

 

È il riso mescolato d’orzo,
o è l’amore che fa gemere
la femmina del gatto?

Matsuo Basho

Domande irrisolte si affollano
alla mente, al cuore trafelato;
addendi di immagini sconfinano
creste a levante, traguardi lontani...

 
Riso e Orzo
 
Sono tra i cereali più conosciuti ed utilizzati per l'alimentazione umana.
Il contenuto proteico del riso è il più basso tra i cereali (7,5%), mentre l'orzo ne contiene il 12,3%. 
L'orzo perlato, tuttavia, riesce a conservare molte delle proprietà benefiche per il nostro organismo.
Una corretta cottura riece a mantenere quasi intatte le proprietà nutrizionali dei due prodotti.
(dalla rete)

giovedì 18 novembre 2021

Giorni di minime #77

 
Il richiamo del bosco, forte,
tranquillo scivolerò le sponde erte
in attimi sospesi di ricerca, comprensione;
il profumo, l'humus, le foglie bagnate,
attimi di requie per il cuore...

Gujil

mercoledì 17 novembre 2021

Piove anche oggi

Piove

Piovono voci di donna come se fossero morte anche nel ricordo.
Siete anche voi che piovete meravigliosi incontri della mia vita o gocciolette.
E quelle nuvole impennate cominciano a nitrire tutto un universo di città auricolari.
Ascolta se piove mentre il rimpianto e lo sdegno piangono una musica antica.
Ascolta cadere i legami che ti trattengono in alto e in basso.

Guillaume Apollinaire

La pioggia spesso porta tristezza e noia: le strade deserte e bagnate dall'acqua sembrano partecipare al lutto del cielo.
Il suo colore è grigio, quasi nero e tutte le cose sembrano avere un aspetto dimesso e silenzioso.
La pioggia, con le sue gocce insistenti e continue,scivola sulla pelle ma penetra nei vestiti dandoci quella sensazione che in estae sentiamo benefico rinfresco ma nella stagione autunnale prelude all'infelicità delle anime sensibili e gentili.

 
 
e se ora dici o pensi cose che so non fare
le ore del distacco si fondono insieme a gocce
di pioggia, come facili lacrime insulse a dire
cose che sappiamo insieme, cose di noi...

 

martedì 16 novembre 2021

Siamo strade bagnate

Giuseppe Impastato,
meglio noto come Peppino, è stato un giornalista, conduttore radiofonico e attivista italiano, membro di Democrazia Proletaria e noto per le sue denunce contro le attività di Cosa Nostra, a seguito delle quali fu assassinato il 9 maggio 1978.
(da wikipedia)
 

 Sulla strada bagnata di pioggia
si riflette con grigio bagliore
la luce di una lampada stanca:
e tutt’intorno è silenzio

 Peppino Impastato

 
più non sto a pensare i giorni,
nascosta nel sogno sorride
una strada diversa, bagnata,
istante,
tutto ritorna, ricomincia di nuovo

lunedì 15 novembre 2021

Pioggia e canzone

Ascoltavo la pioggia

Ascoltavo la pioggia
domandare al silenzio
quale fragile ardore
sillabava e moriva.
L’infinito tendeva
ori e stralci di rosso
profumando le pietre
di strade lontane.
Mi abitavano i sogni
odorosi di muschio
quando il fiume impetuoso
scompigliava l’oceano.
Ascoltavo la pioggia
domandare al silenzio
quanti nastri di strade
annodavano il cuore.
E la pioggia piangeva
asciugandosi al vento
sopra tetti spioventi
di desolati paesi.

 Alda Merini

 
 
e quando piove manchi di più
sarà per il grigio o forse le nubi;
"vivre!" in un contesto bizzarro
spinte vitali vengono meno al cuore...

domenica 14 novembre 2021

Poesia, pioggia e riflesso

La pioggia è un fenomeno naturale associato spesso a significati anche opposti. Se da un lato è vista come fonte di vita, in quanto fondamentale per la crescita di fiori, piante e alberi, dall’altro è simbolicamente associata alle lacrime e alla malinconia (dalla rete).

 

Giorno di pioggia

La giornata è fredda, e scura, e cupa
Piove, e il vento non è mai stanco
La vite si aggrappa ancora al muro in rovina,
Ma ad ogni raffica le foglie morte cadono,
E i giorni sono scuri e cupi.
La mia vita è fredda e scura e cupa;
Piove, e il vento non è mai stanco;
I miei pensieri si aggrappano ancora al passato in rovina,
Ma le speranze della gioventù cadono fitte nell’esplosione,
E i giorni sono scuri e cupi.
Fermati, cuore triste! E smettila di lamentarti;

Dietro le nuvole il sole sta ancora splendendo
Il tuo destino è il destino comune di tutti
Nella vita di ognuno di noi deve cadere un po’ di pioggia.
Alcuni giorni devono essere scuri e cupi.

Henry Wadsworth Longfellow

Piove sulle ragioni e sui torti, sulle tristezze,
nell'immagine il freddo prevale e l'umore
si mescola al cuore che batte, agli occhi;
sono costanti racconti di vita...

sabato 13 novembre 2021

Protocollo cittadino #51

 
E' ritorno, come spesso, come sempre,
infinitesimali attimi sono riuniti
nelle scale del saliscendi che ho dentro;
impervie condizioni dell'anima
si riflettono sopra la nebbia
c'è sole nella mia vita, comunque...


Gujil

venerdì 12 novembre 2021

Protocollo francese #2



Difficile credere che un sogno
si stampi indelebile su una tela, 
rivolgo preghiere al contesto
mi avvito nel loop con angelica foga
poi cado, come foglia autunnale...

Gujil

giovedì 11 novembre 2021

Protocollo francese #1



Francesi percorsi nei passi
corollari stanchi, pensieri sparsi, 
rivedo passate tracce nel sole, 
I solchi degli anni sul cuore... 

Gujil

mercoledì 10 novembre 2021

Protocollo francese #0 (Paris)

I miei passi ancora andranno
per le antiche vie che amai.
"Lumiere", Paris,
come anni addietro a cercare
risposte, nei quadri, nel fiume;
stesi sul greto i miei sogni
rivolti a Mont Martre e là
sotto le lamiere della torre Eiffel...

Gujil

martedì 9 novembre 2021

Haiku

affondare il coltello nella piaga e raccontare il dolore, un dolore certo più vicino ai nostri maestri novecenteschi quali Ungaretti o Quasimodo, con più ermetismo, con più concretezza.

 

sanguino sogni
lenta–mente scivolo
dimenticando

Lorena Montini

 

infinitesimi istanti di senso
compiuto, vero universale e grande;
dimenticare come risorsa estrema,
scivolare piano in obbligo oblio...

lunedì 8 novembre 2021

Passeri

Pianga Venere, piangano Amore
e tutti gli uomini gentili:
è morto il passero del mio amore,
morto il passero che il mio amore
amava piú degli occhi suoi.
Dolcissimo, la riconosceva
come una bambina la madre,
non si staccava dal suo grembo,
le saltellava intorno
e soltanto per lei cinguettava.
Ora se ne va per quella strada oscura
da cui, giurano, non torna nessuno.
Siate maledette, maledette tenebre
dell'Orco che ogni cosa bella divorate:
una delizia di passero m'avete strappato.
Maledette, passerotto infelice:
ora per te gli occhi, perle del mio amore,
si arrossano un poco, gonfi di pianto.

Publio Valerio Catullo

Venere (Afrodite) erano sacre molte piante, come la rosa, il mirto ed il papavero, e diversi animali, come la lepre, la colomba, il delfino, il cigno ed il passero.
Per quanto riguarda quest’ultimo animale, è d’obbligo citare l’Ode ad Afrodite di Saffo, invocazione simile ad un inno religioso, nel quale la dea scende in terra su un carro alato trainato da passeri ed altri uccelli, per alleviare le sofferenze amorose della poetessa di Lesbo, ode che Catullo certamente ben conosceva.
(dalla rete)

Nè mai dirò cose che sai, lo dissi,
ancoro il cuore
e torno a dire certe cose;
nei meandri dei sogni il labirinto contorto
di ciò che saremmo, ciò che saremo...