martedì 30 novembre 2010

Dove sei amico mio?
quale aria respira ora la tua anima?
Ti penso spesso e ricordo il sole
ed il viso che buffo appariva ma non era.
Chissà se mi vedi volare così basso...



Andrea

Andrea s'è perso s'è perso e non sa tornare
Andrea s'è perso s'è perso e non sarà tornare
Andrea aveva un amore Riccioli neri
Andrea aveva un dolore Riccioli neri.

C'era scritto sul foglio ch'era morto sulla bandiera
C'era scritto e la firma era d'oro era firma di re

Ucciso sui monti di Trento dalla mitraglia.
Ucciso sui monti di Trento dalla mitraglia.

Occhi di bosco contadino del regno profilo francese
Occhi di bosco soldato del regno profilo francese
E Andrea l'ha perso ha perso l'amore la perla più rara
E Andrea ha in bocca un dolore la perla più scura.

Andrea raccoglieva violette ai bordi del pozzo
Andrea gettava Riccioli neri nel cerchio del pozzo
Il secchio gli disse - Signore il pozzo è profondo
più fondo del fondo degli occhi della Notte del Pianto.

Lui disse - Mi basta mi basta che sia più profondo di me.
Lui disse - Mi basta mi basta che sia più profondo di me.


Fabrizio De Andrè


lunedì 29 novembre 2010

Albero autunnale

Già matura
la foglia pel sereno suo distacco
discende
nel cielo sempre verde dello stagno.
Nel calmo
languore della fine, l'autunno s'immedesima.
Dolcissima
la foglia s'abbandona al puro gelo.
Sott'acqua
con incessanti foglie va l'albero al suo dio.

(J. Guillen Orfeo)

venerdì 26 novembre 2010



Motivo autunnale

Soffia sui campi la tramontana;
gli alberi scuote.
e dai rami inariditi
stacca le morte foglie.
Il vento le sparge,
lontano per i campi:
restan sol i neri fusti
che tristi agitano i rami spogli.

(P. Javorov)

giovedì 25 novembre 2010





Cadono le foglie

Cadono già le foglie. Sono stanche.
Hanno visto tant'acqua e tanto sole.
Sbocciate con le tenere viole,
cadono prima delle nevi bianche.
La loro vita dura una stagione:
cadono a sciami, a sciami frusciando;
i bimbi le sparpagliano passando
e le raccolgono a farsene corona.
Il vento le trasporta in mulinello
e soffia e picchia con malinconia;
esse fan tutti gli anni questa via:
parton col brutto e tornano col bello.
(R. Callevi)

martedì 23 novembre 2010

Foglie gialle

Ma dove ve ne andate,
povere foglie gialle
come farfalle
spensierate?
Venite da lontano o da vicino
da un bosco o da un giardino?
E non sentite la malinconia
del vento stesso che vi porta via?

(Trilussa)



il tuo ricordo ho impresso
in quest'ombra che avanza,
dilaga nell'anima debole
che più non resiste e si sfalda
in colori delicati e tenui
che non sporcano
e la pioggia dilava.

mia madre ricorda ancora a memoria questa poesia delle mie scuole elementari e quella che potrebbe essere gioia in me si rivela tristezza per la perduta infanzia, per la mia fanciullezza e la spensierata arroganza di allora. Oggi ho tante parole, so cose, eppure mi siedo ogni tanto e la mente ricorre ad allora, alle pagine di un sussidiario col "settebello" che sfrecciava e la scuola era gioia di correre coi calzoni corti anche nel freddo, era la paura delle botte di quando tardavo per pranzo giocando a figurine o sparando agli indiani che inseguivano la mia diligenza dei sogni.
Ora non sogno quasi più.
Mi manca il mio mondo di allora fatto di piccole cose, stupide e care; oggi, lo so, io vivo coi più a caccia di beni durevoli e di inderogabili significati intrinseci.
E' la vita!

lunedì 22 novembre 2010


posso solo dire che è tutta da ascoltare.
quello che segue è il video originale
ma esiste anche una cover fatta
dal grande James Taylor.




Seminole Wind

Ever since the days of old,
Men would search for wealth untold.
They'd dig for silver and for gold,
And leave the empty holes.
And way down south in the Everglades,
Where the black water rolls and the saw grass waves.
The eagles fly and the otters play,
In the land of the Seminole.

So blow, blow Seminole wind,
Blow like you're never gonna blow again.
I'm calling to you like a long lost friend,
But I know who you are.
And blow, blow from the Okeechobee,
All the way up to Micanopy.
Blow across the home of the Seminole,
The alligators and the garr.

Progress came and took its toll,
And in the name of flood control,
They made their plans and they drained the land,
Now the glades are going dry.
And the last time I walked in the swamp,
I sat upon a Cypress stump,
I listened close and I heard the ghost,
Of Osceola cry.

So blow, blow Seminole wind,
Blow like you're never gonna blow again.
I'm calling to you like a long lost friend
But I know who you are.
And blow, blow from the Okeechobee,
All the way up to Micanopy.
Blow across the home of the Seminole,
The alligators and the garr.

John Anderson 

venerdì 19 novembre 2010

Autunno

Il cielo ride un suo riso turchino
benché senta l'inverno ormai vicino.
Il bosco scherza con le foglie gialle
benché l'inverno senta ormai alle spalle.
Ciancia il ruscel col rispecchiato cielo,
benché senta nell'onda il primo gelo.
é sorto a piè di un pioppo ossuto e lungo
un fiore strano,un fiore a ombrello,un fungo.

(M. Moretti)

giovedì 18 novembre 2010

Veder cadere le foglie

Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
Soprattutto se sono ippocastani
soprattutto se passano dei bimbi
soprattutto se il cielo è sereno
soprattutto se ho avuto, quel giorno,
una buona notizia
soprattutto se il cuore, quel giorno,
non mi fa male
soprattutto se credo, quel giorno,
che quella che amo mi ami
soprattutto se quel giorno
mi sento d'accordo
con gli uomini e con me stesso.
Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
dei viali d'ippocastani.

(N.Hikmet)

mercoledì 17 novembre 2010

Giorno di Novembre


Il freddo autunno ha imbavagliato il giorno.
Taccion le sue mille voci festanti;
giù dalla torre della cattedrale
campane a morto, nella nebbia, gemono
Sovra gli umidi tetti si distende
candido, in sonno, un fulgido vapore.
Con le gelide dita il vento batte
entro la gola del camino, a stormo,
gli ultimi accordi d'una marcia funebre.

Rainer Maria Rilke

lunedì 15 novembre 2010

Novembre

Gemmea l'aria, il sole così chiaro
che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo l'odorino amaro
senti nel cuore...
Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
sembra il terreno.
Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano, da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile. E' l'estate
fredda, dei morti.

Giovanni Pascoli




venerdì 12 novembre 2010


come bruma ricopro
pensieri distratti da pallido sole,
mi inquieto arrancando
erte scoscese e respiro
nell'incedere incerto

anonimo del XX° Secolo
frammenti ritrovati


mercoledì 10 novembre 2010



AUTUNNO TRASFIGURATO

Imponente finisce così l'anno
con vino dorato e frutto dei giardini.
Intorno tacciono meravigliosi i boschi
e sono del solitario compagni.
Ed ecco dice il campagnolo: Tutto è bene.
Voi campane serali con suono lungo e lieve
alla fine ci date ancora lieto coraggio.
Una schiera di uccelli saluta in viaggio.
È il dolce tempo dell'amore.
Nel battello giù lungo l'azzurro fiume
come bene si accosta quadro a quadretto -
e il tutto tramonta in pace e silenzio.

Georg Trakl



Il Poeta dell'Angoscia


Nasce da Tobias, commerciante luterano in ferramenta e da Maria Halik, cattolica, di origine slava, melomane e collezionista di oggetti di antiquariato. Dopo un'infanzia apparentemente serena, fatta di giochi con la sorella minore Grete, nata nel 1891, di letture e di musica – entrambi suonavano il pianoforte - si legherà con lei in un rapporto incestuoso che segnerà drammaticamente la loro vita. 
Frequenta il ginnasio nel 1897; bocciato già una volta, non supera l’esame finale.
Lascia perciò gli studi nel 1905 per lavorare come apprendista in una farmacia di Salisburgo, prende abitudine alle droghe e tenta i primi esperimenti letterari; ammira Hölderlin, Nietzsche, Dostoevskij, Rimbaud, Maeterlinck, Ibsen e Strindberg.
Membro del circolo poetico Apollo, scrive recensioni sul giornale locale Salzburger Volkszeitung e fa rappresentare senza successo due drammi: Giorno dei morti (Totentag, 1906) e Fata Morgana (1906), e una tragedia, La morte di don Giovanni (Don Juans Tod, 1908).
In quello stesso anno pubblica, sempre sul quotidiano di Salisburgo, la sua prima poesia, Das Morgenlied (Canto del mattino).
Terminati finalmente gli studi ginnasiali, s'iscrive nell'Università di Vienna per frequentare il corso di farmacia, diplomandosi Magister nel 1910, e presta servizio militare in sanità dal 1910 al 1911.
Tornato a Salisburgo nel settembre 1911, nel 1912 ottiene un impiego nell'ospedale militare di Innsbruck, città dove conosce Ludwig von Ficker, il fondatore della rivista Der Brenner (L'incendiario), rivista d'avanguardia letteraria che pubblica in maggio le sue prime poesie.
Ottiene un impiego a Vienna nel Ministero dei Lavori Pubblici ma si licenzia dopo solo due ore e torna a Salisburgo.
Ripeterà altre due volte la stessa esperienza di incapacità a dedicarsi a un lavoro stabile; a Vienna conosce Karl Kraus, l'architetto Loos, Wittgenstein, che guardava con interesse alla rivista tirolese, il pittore Kokoschka.
Nel luglio 1913 pubblica a Lipsia una raccolta di Poesie (Gedichte); dipendente dalla droga e dall’alcool, è spesso soggetto a crisi depressive e incapace di dedicarsi a un lavoro stabile. Va a trovare a Berlino la sorella Grete che, sposata ma separatasi molto presto, è ricoverata in ospedale per un aborto.
Richiamato allo scoppio della guerra, è ufficiale di sanità nella sanguinosa battaglia di Grodek, in Galizia: deve assistere da solo e senza medicine 90 feriti gravi.
Traumatizzato dall’esperienza della guerra, tenta pochi giorni dopo il suicidio ma viene salvato e ricoverato nell'ospedale psichiatrico di Cracovia il 7 ottobre 1914 dove, alla fine del mese, redige il proprio testamento lasciando alla sorella una forte somma di denaro da poco ricevuta da Wittgenstein e, a von Ficker, venuto a visitarlo, il suo testamento poetico con le composizioni Klage II (Lamento II) e Grodek; il 3 novembre si uccide con un'overdose di cocaina.
Postuma esce una seconda raccolta di poesie, Sebastiano in sogno (Sebastian im Traum, 1915). La sorella Grete si uccide nel 1917. (da WIKIPEDIA)

martedì 9 novembre 2010

Novembre

E poi – se accadrà ch’io me ne vada -
resterà qualchecosa
di me
nel mio mondo –
resterà un’esile scìa di silenzio
in mezzo alle voci –
un tenue fiato di bianco
in cuore all’azzurro -
Ed una sera di novembre
una bambina gracile
all’angolo d'una strada
venderà tanti crisantemi
e ci saranno le stelle
gelide verdi remote -
Qualcuno piangerà
chissà dove – chissà dove –
Qualcuno cercherà i crisantemi
per me
nel mondo
quando accadrà che senza ritorno
io me ne debba andare.

Antonia Pozzi




mercoledì 3 novembre 2010


UNA CAVALLA

Una cavalla sola
pascola
in una radura
si fa notte
la luna brilla
nell’aria serena
vagamente splende
respira con il muso alto
i profumati effluvi
della notte che viene
comincia un piccolo trotto
grazioso e musicale
già è notte
e nulla più si vede
intorno.

Attilio Bertolucci

martedì 2 novembre 2010



nel giorno dei più
le tese mani a Dio
sembrano gridi, non grida,
accoglili o sommo
nel sonno del non risveglio
e dacci oggi il nostro amore
indietro, con forza e sgomento,
dacci le loro gioie
e gli attimi andati
saranno ricordo ancora


anonimo del XX° secolo
frammenti ritrovati