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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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domenica 31 gennaio 2016

Invernale #1 con cane


abbaiare di cane,
nel silenzioso mattinale,
inverno non freddo;
impalpabile nebbia seduce
pochi sprazzi di luce,
è certo il latrato,
unico suono...
 
Gujil


 
I cani abbaiano in modo diverso per comunicare le loro intenzioni ma anche per esprimere degli stati d’animo, di seguito vedremo quali sono le principali motivazioni per cui i cani abbaiano.


• Attenzione/Domanda:
Il cane può desiderare di mangiare, di andare fuori o vuole la vostra attenzione. 
• Noia/Frustrazione:

Il cane potrebbe essere stato lasciato fuori il giorno e la notte, o confinato in una stanza per un lungo periodo di tempo.
• Paura:

Il cane può avere paura di oggetti, persone, luoghi, altri animali, o rumori forti, come il tuono e fuochi d'artificio.
In questi casi la postura del vostro cane può suggerire se sta abbaiando per paura o meno.
Tipicamente le orecchie sono poste indietro, e la coda tenuta bassa. 
• Territorialità/protettivo:

Il cane abbaia in presenza di "intrusi", che possono includere persone e altri cani. Suggerimento: Se il vostro cane è territoriale, la sua postura appare minacciosa, con la coda alta e le orecchie e in avanti. 
• Giocosità/Eccitazione: Il cane è molto giocoso e eccitato quando saluta le persone. 
• Problemi di salute: Il cane può avere una disfunzione cognitiva o sordità, e abbaia perché non è in grado di sentire la sua stessa voce. 
• Genetica: alcune razze, per esempio i terriers, sono più inclini ad abbaiare. 
• Bisogni fisici: Il cane ha caldo, freddo, fame o sete oppure fa insufficiente esercizio fisico e ha molta energia repressa che poi sfoga attraverso l’abbaiare.
 
• Difesa territoriale: I cani possono abbaiare eccessivamente in risposta a persone, cani o altri animali all'interno o che si avvicinano al loro territorio.

Il territorio del cane comprende la zona circostante l’abitazione del proprietario o comunque tutti i luoghi a cui ha facile accesso e che frequenta spesso. 
• Abbaio di allarme: si verifica quando il cane abbaia per un rumore o per qualsiasi altro stimolo che lo fa allarmare.

In questo cane il cane vuole comunicare la presenza di qualcosa che a suo avviso risulta minaccioso. 
• Abbaio di saluto: Il cane può abbaiare in segno di saluto, questo succede anche se abbaia quando vede persone o altri cani e il suo corpo è rilassato, è eccitato e la sua coda è scodinzolante. A
volte questo abbaio risulta un po’ “lamentoso”.
 

sabato 30 gennaio 2016

Stagioni ed umori

 
 Sguardo indietro
 
 Con i suoi sguardi
 lei mi ritaglia
 una finestra
 
 Dentro fioccano nastri di neve
 brandelli di vento discorsi di uccelli
 
 Rullare di treni
 Poi in primavera
 e ancora nell’autunno della scuola
 grida di legno
 sotto la sega
 
 Le estati da solo nel cortile
 Il vuoto nel petto
 
 L’amaro debole
 primo essere innamorato
 
Christoph Wilhelm Aigner
Traduzione di Riccarda Novello

 
quanti sguardi indietro,
li lancio spesso, con gli occhi del cuore;
quello che vedono è un velo sottile,
un niente che confina figure passate...
 
 
Che per la maggior parte di noi le belle giornate facciano stare bene, mentre i periodi freddi e uggiosi mettano un po’ di tristezza è qualcosa di assodato.
Ma ci sono delle situazioni in cui le stagioni presentano un notevole impatto sul nostro stato d’animo.
Cosa succede in questi casi e perché avviene?

La Meteoropatia
La meteoropatia è un insieme di particolari disturbi che compare nelle persone quando si verificano variazioni meteorologiche.
I sintomi più frequenti che si possono presentare, oltre alle variazioni dell’umore, sono insonnia, emicrania e ipereccitabilità.
Si stima che circa il 25% della popolazione, con i cambiamenti stagionali, vada incontro a una serie di modificazioni delle loro abitudini soprattutto nel ritmo sonno-veglia (quanto si dorme e in che orari), del peso e delle attività sociali e lavorative, tutti questi aspetti influirebbero assieme a caratteristiche individuali, proprie di ognuno di noi, a influenzare il tono dell’umore.
 
Il Disturbo Affettivo Stagionale
Nella stagione invernale per alcune persone si può presentare un vero e proprio disturbo affettivo stagionale che si manifesta con ricorrenti stati depressivi, associati ad irritabilità, ansia, sonnolenza, aumento dell’appetito, aumento di peso, difficoltà lavorative ed interpersonali, diminuzione del piacere sessuale, irregolarità mestruali.
Si stima che in Italia la diffusione del disturbo con manifestazioni conclamate è del 3,5% e con una  sintomatologia lieve dell’11,5%; per oltre l’80% si tratta di donne che sono più soggette ai ritmi psicobiologici.
L’età d’insorgenza è tipicamente nella terza decade di vita, e sia l’incidenza che la durata del disturbo aumenta con la latitudine (più si è vicini ai poli, più si è soggetti al disturbo).
C’è quindi uno lo stretto legame tra la diminuzione della luce solare, che si verifica durante l’inverno, e l’insorgenza della sintomatologia.

I Ritmi dell’Organismo
Dobbiamo considerare che in tutti gli esseri viventi numerose funzioni dell’organismo hanno un andamento periodico.
Variazioni ritmiche sono state osservate sia nelle funzioni dei neurotrasmettitori del cervello (ad esempio la serotonina), sia nella produzione di diversi ormoni (messaggeri chimici che regolano le attività dell’organismo, es. melatonina).
La maggior parte di questi ritmi biologici è influenzata da orologi interni regolati dalle cadenze di alcune situazioni ambientali quali luce/buio, caldo/freddo, stagioni.

I Meccanismiche Stanno alla Base
La particolare ciclicità dei disturbi meteoropatici in generale e del disturbo affettivo stagionale in particolare, ha permesso agli studiosi di approfondire i processi che ne stanno alla base evidenziando modificazioni di tipo neurotrasmettitoriale e ormonale.
Nello specifico la quantità, intensità e il periodo (nelle 24 ore) della luce, presente in una determinata stagione, agisce attraverso le connessioni tra retina e cervello.
Si modifica la quantità di serotonina nel cervello e di melatonina in circolo nell’organismo: durante l’inverno c’è una minore disponibilità di serotonina e una maggiore produzione di melatonina che possono comportare umore negativo, stanchezza e sonnolenza.
Sul versante delle caratteristiche di personalità sappiamo che, gli individui più soggetti a modificare il loro umore in conseguenza delle stagioni, presentano una cronica percezione di stress negativo per la loro situazione di vita e una marcata tendenza a vivere le loro emozioni intensamente.
Fattori dell’organismo e fattori di personalità, quindi, si combinerebbero producendo una spiccata “sensibilità” 
(Psicosalute, dalla rete)
 

venerdì 29 gennaio 2016

Il cervello del cuore

Il mio cuore …
 
Il mio cuore. Cuore indomito,
cuore pulsante.
In questo mio tumulto del cuore,
mentre aspetto, mentre ti aspetto,
tutte le finestre sono aperte:
entra la luce, entra il vento e sbatte gli scuri.
In lontananza, il mare.
 
Juan Gelman
 
 
fatica il mio cuore,
le cose sono sempre di corsa,
le corse sono sempre affannate;
il mio cuore, oggi, fatica...
 


Il “cervello” del cuore
Bruno Sapelli, Autore, Formatore, Spiritual Coacher e pranoterapeuta (dalla rete) 
Dove si affollano i pensieri è sicuramente nella Nostra mente, ma è proprio nella Nostra mente che questi prendono vita?
Secondo un gruppo di ricercatori dell’Institute for Hearthmath (Istituto per la Matematica del Cuore) la nascita dei Nostri pensieri avverrebbe nel Nostro cuore e solo successivamente si estenderebbero alla Nostra mente.
Anche se a Noi questo può suonare alquanto strano, per gli scienziati che, 20 anni fa, avevano lo scopo di approfondire la ricerca sui misteriosi meccanismi che regolano il cuore umano, tale fenomeno NON apparve affatto strano, visto che dalle loro ricerche emerse che il cuore umano genera un campo energetico più ampio e più potente di quello generato dalle onde cerebrali (addirittura, 60 volte più grande in ampiezza).
Vettore importante di informazioni (che si manifestano sottoforma di intuizioni) il campo elettromagnetico generato dal cuore, può estendersi per ben 3 metri oltre il Nostro corpo.
La ricerca stabilì, inoltre, che esattamente come il cervello che si trova nella scatola cranica, anche all’interno del Nostro cuore c’è un piccolo “cervello” del cuore fornito di cellule cerebrali.
In pratica, il Nostro cuore, anche secondo la scienza, avrebbe un’intelligenza tutta sua che si manifesta nella sua condizione ottimale in uno stato definito “coerenza cardiaca”, che si verifica ogniqualvolta che corpo, cuore e mente sono allineati.
Secondo il pensiero di Osho, l’intelletto è il modo in cui opera la Nostra mente; l’istinto è invece il modo in cui opera il Nostro corpo e l’intuizione è il modo in cui opera il Nostro cuore. E quando sono sinergici, avviene qualcosa di straordinario.
Ecco, allora, che quando il “cervello” del cuore è in grado di esprimere pienamente la sua volontà, tutto quanto diventa possibile ed oltre ad avere intuizioni straordinarie, si hanno tutta una serie di benefici, come ad esempio: un aumento della creatività e una minore aggressività; un rafforzamento del sistema immunitario ed il calo degli ormoni dello Stress.
Rimane comunque una domanda: come si fa ad accedere all’intelligenza del cuore per rilasciare lo Stress, ribilanciare le emozioni e sentirsi subito meglio?
L’Istitute of HeartMath® ci suggerisce una tecnica pratica e discreta conosciuta con il nome di Quick Coherence® e promette risultati concreti in meno di un minuto, in soli 3 semplicissimi step.
Ma vediamo come funziona la tecnica:
1.- Aiutandosi con la mano appoggiata sul cuore,

si focalizza la propria attenzione al centro del petto esattamente sulla zona del cuore.
Può essere d’aiuto mantenere gli occhi chiusi.
2.- Dopo di che l’attenzione viene portata al proprio respiro.
Viene visualizzato ogni respiro attraversare la zona del cuore, fino a quando il ritmo ci fa stare meglio.
3.- Adesso è il momento di far riemergere un emozione positiva.
Potrebbe essere un momento in cui ci siamo sentiti particolarmente felici, “un posto speciale” o un evento particolare.
L’importante è che si mantenga l’attenzione sul cuore e sulla propria respirazione
fino a quando ci si sente connessi all’intelligenza del proprio cuore.
 

Ora sai, che se Ti sentissi sopraffatto da sensazioni negative quali quelle provocate da:

• frustrazione
• rabbia
• ansia
• strees

 
puoi fermarti qualche momento e cercare di mettere subito in pratica questa semplicissima tecnica.
 

giovedì 28 gennaio 2016

Poesia per la terra

Ma nell'ora x mi ricorderò che la terra era bella.
 Penserò agli amici, alla bontà che fa bello un volto
brutto,
 all'amore che incanta gli occhi.
 Penserò al cane, compagno dei miei giochi, quand'ero
piccolo,
 ai lupini blu sulla costa della Sambia, visti durante
le ferie,
 rivedrò le lunghe ombre degli abeti nella malga di
Bauernschmied,
 e con Emmy Gruber salirò sul Gederer,
 mi ricorderò degli uccelli migratori, alti sull'aeroporto di
Märkisch-Friedland,
dell'odore di birra nella cantina della locanda "Al cervo",
che apparteneva a mio nonno,
 del sambuco, della colza, del papavero, intravisti dal
finestrino di un treno,
 del rossore della quattordicenne Gabriella Dembitza,

delle luci rosse e verdi nell'aereo lanciato in volo sotto
la costellazione di Cassiopea,
 e del ballo sotto i lampioni del 14 luglio,
 del profumo della frutta mattutina a Celle sulle
bancarelle davanti al castello,
 penserò ai palpiti della lucertola, che mi aveva scorto,
 e a una poesia del Divano occidentale orientale che mi fu
di conforto.

Günter Eich
L'inventario e l'enigma
Traduzione di Gio Batta Bucciol
 
 
 
quando sparirà il colore,
un domani per chi ancora vedrà;
saremo stati noi,
indubbiamente noi...

mercoledì 27 gennaio 2016

Seta

 
Le sete

Io so la rigidezza delle sete
garrule al passo. O vesti d'ave, bene
riposte in grandi scatole segrete!

So delle trine la mollezza lene,
l'onda dei veli donde emerge il viso
come da spume volto di sirene.

So l'iride in mille iridi diviso
perchè ogni donna la sua veste faccia
del colore più adatto al suo sorriso.

So l'ombra delle piume in cui la faccia
s'imbianca d'un languor di passïone,
in cui la bocca bella, benchè taccia,

parla parole di seduzïone.
 
Amalia Guglielminetti
 
 
La seta è uno tra i materiali più diffusi, adoperati e apprezzati al mondo.
Pare che fosse già di moda tra le popolazioni asiatiche nel 3.000 a.C..
Nel Medioevo l’Italia era uno dei più importanti produttori del Pianeta.
Questo prezioso materiale ha diversi utilizzi e può essere impiegato anche in campo medico per alleviare i sintomi di alcune malattie.
La seta è’ una fibra tessile prodotta da un baco, il Bombix mori, una larva che ha la capacità di originare all’interno del suo stomaco una particolare bava.
Questa si solidifica a contatto con l’aria formando un sottile ma lungo filamento che può raggiungere la lunghezza di 1,5 chilometri.
Con la saliva l’animale confeziona un bozzolo entro il quale si racchiude per la metamorfosi.
La seta è quindi un prodotto di origine animale naturale al 100% che possiede ottime caratteristiche.
E’ infatti una cattiva conduttrice di calore ed elettricità, può assorbire acqua fino al 30% del suo peso ed ha un allungamento elastico del 15-25%.
E’ inoltre un materiale estremamente resistente.
Come dimostrano i test al dinamometro per rompere un filo di seta continuo ci vuole un filo d’acciaio tre volte più spesso!
Per l’80%  è costituita da una proteina fibrosa chiamata fibroina che è considerata la parte nobile di questa preziosa fibra tessile. E’ costituita per la maggior parte dagli amminoacidi glicina e alanina e la sua struttura è molto simile a quella dello strato corneo dell’epidermide.
Per il restante 20% è formata dalla sericina (detta anche “colla” o “gomma della seta”) che è presente soprattutto sulla superficie delle fibre di seta greggia, attorno alla fibroina.
La seta viene utilizzata principalmente per produrre tessuti pregiati nei campi dell’arredamento (tende e tappezzerie) e nell’abbigliamento (cravatte, camicie, foulard e biancheria).
Le sue caratteristiche di morbidezza, brillantezza e piacevolezza al tatto, fanno sì che la seta resista alla concorrenza delle meno pregiate, e salutari, fibre sintetiche.
"La seta può anche essere efficace a difesa del benessere e della salute"
Da diversi anni la seta, e in particolare la fibroina, è studiata per applicazioni in medicina come la realizzazione di protesi o fili di sutura per la chirurgia oftalmica.
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che questo tessuto a maglia, privato della sericina e trattato con una speciale sostanza antimicrobica permanente, svolge numerose attività terapeutiche.
Queste ricerche sono state presentate durante i congressi nazionali di alcune tra le più importanti Società scientifiche italiane come Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani (ADOI), la Società Italiana di Ginecologia ed Ostetricia (SIGO), la Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST), e in ambito Europeo in occasione dell’ultimo congresso della European Academy of Dermatology and Venereology (EADV) tenutosi ad Istanbul (2-6 ottobre 2013) . Gli studi sulla fibroina di seta medicata sono stati pubblicati su importi riviste come British Journal of Dermatology, Pediatric Allergy Immunology, Dermatology, Journal of Lower Genital Tract Disease, Mycoses, Il Giornale Italiano di Dermatologia e Venereologia e Minerva Ginecologica.
Questo tessuto si è dimostrato efficace per il contrasto a numerose patologie, infatti in alcuni Paesi Europei (Regno Unito, Svizzera, Svezia, Austria, Paesi Bassi) sono rimborsati dal servizio sanitario nazionale e dalle assicurazioni private (da "il ritratto della salute.org). 


frusciante, aggettivo che sposa la seta;
ricordo ricami intimamente belli,
ricordo e rivedo; l'anima
strugge passioni mai sopite...

martedì 26 gennaio 2016

Meditazione #2

 
anche quando tutto sembra statico,
quando si perde l'obiettività,
quando si è assaliti dall'ansia,
ecco anche quando,
basta un piccolo segno inaspettato,
un niente,
e si ricomincia...
 
Gujil



La scelta dei cibi con cui rifornire una mangiatoia per uccelli selvatici in inverno è abbastanza ampia e ci permette di scegliere tra una varietà di cibi che possiamo tranquillamente recuperare dagli avanzi delle nostre tavole proprio nella stagione fredda:  frutta secca, uvetta, briciole di dolci, pane e biscotti, pezzetti di crosta di formaggio.
Volendo potremmo, però, usare gli stessi ingredienti per cucinare qualcosa apposta per questi amici che altrimenti faticherebbero ad arrivare a primavera.
Vediamone una ricetta apposta per i nostri piccoli amici dell'inverno; questa ricetta che riscuote sempre un notevole successo tra le specie che più comunemente possono frequentare le nostre mangiatoie d’emergenza (pettirossi, passerotti, merli, etc.): le palle di grasso e prelibatezze da sgranocchiare (dalla rete).
 
Ingredienti:
 
• margarina
(o strutto)
• biscotti secchi
• arachidi sgusciate

(non salate)
• semi di girasole
• uvetta a piacere
• uno o più vasetti di plastica

(quello yogurt pulito andrà benissimo)
• una reticella

(tipo quella per contenere gli agrumi)
 
 

Procedura:

1.- Fate sciogliere la margarina in un pentolino e tenete in caldo affinché non si solidifichi di nuovo.

2.- Sbriciolate i biscotti e spezzettate le arachidi aiutandovi con un coltello o una mezzaluna e aggiungeteli alla margarina.

3.- Aggiungete i semi e la frutta secca e mescolate bene.

4.- Versate la crema di margarina e semi in uno o più vasetti a seconda della quantità che ne avrete preparato e aspettate che l’impasto si solidifichi.
5.- Tirate fuori l’impasto dal vasetto e formate una palla con le mani. Ripetete l’operazione se avete preparato più vasetti.
6.- Mettete le palle di grasso nella reticella o anche in più reticelle se ne avete preparate molte e volete dislocarle in posti diversi.
7.- Appendete la reticella fuori, sul balcone o ai rami di un albero, in un posto tranquillo e riparato.
8.- Abbiate pazienza, tanta tantissima pazienza.

lunedì 25 gennaio 2016

Il Faggio

Albero maestoso il Faggio è detto anche Custode della Conoscenza, ad esso sono riconosciute ottime virtù terapeutiche e benefiche che influenzano positivamente sia la psiche che il corpo.
Tra miti e leggende, il Faggio è custode della conoscenza e sostenitore del sè: legato al pianeta Saturno, stimola la riflessione che porta alla creazione di uno spazio interiore definito e chiaro, con un proprio ritmo e armonicamente teso verso il suo centro.
Questa pianta è capace di trasmettere energia positiva in grado di guidare alla calma interiore chi vi sta intorno, ma con effetti vivacizzanti sulla creatività.
Il bagno di foglie di faggio è un buon rimedio contro l’insonnia (dalla rete).


Il faggio
 
Che le tue ricerche interminabili,
i tuoi sogni della vampa, del grande fuoco,
del momento in cui si schiuderà l'occhio dell'azzurro,
non siano che un'illusione, un trompe-l'œil in più,
una chimera come tante altre?
 
Sei nelle Planty di Cracovia,
ti stai avvicinando al castello dove abitano
re, sogni e sciocche colombe.
Vedi un magnifico faggio che è sprofondato
senza scampo nell'autismo autunnale.
I rami come ragnatela fanno da sipario alle torri della
cattedrale,
la vecchia campana dorme il sonno dei giusti.
 
La pioggia leggera ha in sé un pizzico d'ironia
come un commento dotto a un testo sacro.
È risaputo che in questo quartiere finanche i bambini
parlano piano, come se temessero qualcosa –
e il Battifredo del Ladro, solido e massiccio, ricorda
l'inevitabile scherno del mondo.
 
È forse vero, forse questa non è che una chimera,
un inganno della mente,
nient'altro che una specie di pio raggiro?
Ma se questa vampa non c'è,
allora non c'è niente, assolutamente niente,
non c'è che la ricerca, il silenzio e la notte,
e la scura infinità della pioggia.
 

Adam Zagajewski.
L'inventario e l'enigma
Traduzione di Marco Bruno
 
 
Il Faggio, botanicamente Fagus Sylvatica, conosciuto anche come Faggio europeo è una pianta appartenente alla famiglia delle Fagaceae, originario e presente nella maggior parte dei Paesi dell’Europa occidentale e del nord e in Italia si trova in una vasta area che va dalla Sicilia alle Alpi passando per gli Appennini, mentre non è presente allo stato naturale in Sardegna, anche se vi viene coltivato; il faggio è una pianta molto longeva che può arrivare anche a 150 anni di età.
Il faggio è una pianta decidua raggiunge facilmente i 30 metri di altezza e si caratterizza per il fogliame denso, con foglie ovali e glabre di colore verde che in autunno assumono la caratteristica colorazione arancio o rosso-bruna piuttosto decorativa; la chioma del faggio è massiccia, molto ramificata, dalla forma arrotondata e larga; è una pianta monoica, ossia che produce fiori femminili e maschili sulla stessa pianta ma in posizioni diverse e compaiono generalmente a maggio.
I frutti del faggio vengono chiamati “faggiole” e sono dei grandi acheni commestibili di colore rossiccio, contenuti in ricci, dai quali si ricava un olio; inoltre, in Europa i frutti del faggio vengono usati anche come mangime per i suini.
Le varietà più diffuse e coltivate di questa pianta, in quanto molto ornamentali, sono il Fagus sylvatica var. purpurea, caratterizzato da foglie di colore rosso-vinoso e il Fagus silvatica var. pendula, un albero dal portamento maestoso con foglie dai riflessi rossi o punteggiate di bianco con margine rosso.
Il faggio viene usato per ricavare legna da ardere oppure per produrre utensili da cucina, mobili e giocattoli; alcune parti di questa pianta possiedono anche alcune proprietà medicinali: ad esempio, il decotto di giovani radici di faggio, se raccolte in primavera o in autunno, è un utile anticonvulsivo, il decotto ottenuto con la corteccia spezzettata ed essiccata possiede proprietà febbrifughe e astringenti, e dalla distillazione del legno si ottiene il creosoto, un liquido oleose dal sapore molto aromatico che viene usato come disinfettante (dalla rete).
 
alberi nella mia vita,
fronde di ragazzo, frescure di adulto;
eppure negli inverni passati,
il verde mi è sempre mancato...

domenica 24 gennaio 2016

Castello in aria


Con il termine castello in aria si indica un progetto, un sogno, un'aspirazione certamente destinata a non realizzarsi nel breve periodo e pertanto non meritevole di attenzione immediata.

 
Significato:
fantasticare
 
fare castelli in aria, congetturare, lambiccarsi, elucubrare, mulinare, arzigogolare, scervellarsi, rimuginare, almanaccare.
Sostanzialmente significa fare progetti fantastici ed irrealizzabili se non con la fantasia.


 
 
Castello in aria
 
Mi sembra che sia stato ieri,
la sera nella quale vidi la mia prima poesia stampata in un
giornale:
rimasi a lungo nella mia soffitta a fumare,
a sognare deliziosamente, soddisfatto di me stesso.

E subito edificai un castello immaginario che dominava il
settentrione:
quel castello aveva due torri; una era grande e una era piccola:
la grande era abitata da un immortale poeta
la piccola ospitava una giovinetta bella.

Il mio piano architettonico mi sembrava nobile e armonioso.
Ahimè! molto meschino poi m'apparve:
poichè al padrone costruttore rinsavito
allora la gran torre sembrò troppo stretta
e della piccola non se ne poteva parlar più!
 
Henrik Ibsen
 
 
fantasticare la realtà,
senza vincoli alcuni, senza limiti;
scegliere un filo di pensiero,
andare con lui dove si vuole,
fare con lui ciò che si vuole...

sabato 23 gennaio 2016

Fiumi



Mi piace amare i fiumi.

Amarli a monte fino
alla sorgente.

Amare tutto quello che mi fa crescere.

Raymond Carver
 
 
A causa della sua particolare conformazione peninsulare, il territorio italiano manca di bacini idrografici di vasta estensione, come quelli presenti ad esempio in Francia o in Germania.
Con la sola eccezione del Po, che scorre nella sezione settentrionale del paese, tutti gli altri fiumi sono piuttosto brevi, hanno bacini modesti e sono in genere poveri di acque.
I principali fiumi dell'Italia settentrionale discendono dalle Alpi; hanno un regime abbastanza stabile nel corso dell'anno e portate piuttosto abbondanti.
Infatti in autunno e in primavera sono alimentati dalle piogge, che sono copiose sull'intera regione, mentre d'estate l'apporto di acque deriva in buona parte dallo scioglimento dei ghiacciai.
Per contro, l'inverno è il periodo di minore portata. L'Italia ha numerosi laghi che hanno diversa origine e quindi differenti caratteristiche.
Dei molti laghi alpini, che in genere occupano piccole conche tra le rocce, scavate dai ghiacciai (i cosiddetti laghi di circo), si ricordano quelli di Braies e di Carezza, entrambi nel Trentino-Alto Adige. 
Tra i fiumi alpini che, eccetto alcuni brevi corsi d'acqua liguri, tributano tutti al mare Adriatico, il principale è il Po (652 km di lunghezza, 74.970 km² di bacino idrografico), con i suoi molti affluenti; quelli di sinistra, che scendono dalle Alpi (i più lunghi, di 250-300 km, sono l'Adda, l'Oglio e il Ticino), hanno portate maggiori e più regolari; quelli di destra, appenninici (tra cui il Tanaro), hanno invece un regime irregolare, tipico di tutti i fiumi che hanno origine sugli Appennini, e in genere minori portate.
Il secondo grande fiume alpino, che è anche il secondo fiume italiano per lunghezza (410 km) è l'Adige, che sfocia a breve distanza dal Po, di cui un tempo era un affluente. Piave, Tagliamento, Brenta e Isonzo sono gli altri principali fiumi alpini, alimentati dalla sezione orientale della catena.
I fiumi appenninici terminano in parte nel mar Adriatico e in parte nel mar Tirreno.
 
fiumi, acqua, parole, sensazioni;
cosa siamo poi?
flusso ininterrotto di paura e coraggio,
la speranza, il sospiro e la sete...

venerdì 22 gennaio 2016

Voltarsi

 
(Fumo)
 
E io mi voltai
perché c'era il rischio che sparisse
e avevo dato il cuore per tenerlo.
Ed ecco, vidi!
il sussurro di una beltà come deve uscire dalla terra
o dalle acque, e le acque nella terra,
o dal sonno in aria, e dall'aria in nessun luogo
– esiste sogno che non si addormenti alla spulatura
del mattino?
qualcosa che quando la svegliamo sia lì?
foss'anche l'orlo del suo abito profondo, le sue
babbucce d'argento
il suo passare se non vuol fermarsi?
 
Ah, che pena, che pena
che grande pena.
Andremo dai morti senza aver sfiorato
il loro amore.
 
Maria Lainà
Traduzione di Nicola Crocetti
 
 
Si narra che il mitico cantore Orfeo, perduta l’amata Euridice, uccisa dal morso di un serpente mentre passeggiava insieme alle ninfe sue compagne, abbia tentato la più ardita delle imprese: scendere agli Inferi e riportare in vita la sposa.
Rapite dalla struggente bellezza del suo canto, le mbre dei morti si fanno intorno all’inatteso visitatore, Cerbero resta con le tre bocche spalancate, i dannati vedono improvvisamente cessare la loro pena (la ruota di Issione smette di girare, il masso di Sisifo rimane sospeso a metdel pendio). Perfino gli inesorabili signori degli Inferi, Ade e Persefone, ascoltano commossi la preghiera di Orfeo e acconsentono a restituirgli Euridice, a patto però che egli non si volti a guardarla prima di essere uscito dal regno dei morti.
Così Orfeo inizia la lenta risalita verso la vita, la sposa lo segue alle spalle. Sono ormai vicini all’uscita, già filtrano dall’alto i primi raggi di sole, quando per eccesso d’amore, per l’irresistibile desiderio di contemplare il volto amato, o per l’ansia di controllare che sia proprio Euridice a seguirlo, Orfeo si gira e in un attimo tutto perduto: Euridice scompare, risucchiata per sempre nella voragine infernale.
 
Inconsolabile, Orfeo si rifugia nella desolata terra di Tracia a piangere Euridice due volte perduta, e qui barbaramente ucciso dalle donne nella frenesia dell’invasamento dionisiaco, orrenda punizione per avere introdotto la pederastia nel paese o, piuttosto, per il suo ostinato negarsi a nuove unioni. Il suo corpo fatto a pezzi e le membra sparse nella campagna in un orrido rito di fertilità. Ma la testa, rotolata nel fiume Ebro, non smette di cantare il nome dell’amata Euridice: alla fine, del mitico cantore non resta che la voce, e del suo canto il nome dell’amata, quintessenza del poeta e della sua poesia (così almeno, nella versione virgiliana) (dalla rete).

anch'io mi voltai e spesso,
cercavo cose passate, lontane,
cose perdute, eppure amate,
cose che erano e più non sono...

giovedì 21 gennaio 2016

Meditazione #1

 
 
momenti bui dissipano
enormi ricchezze e gioie;
tornare a sperare,
tornare a credere...
 
Gujil

mercoledì 20 gennaio 2016

Scritti


scritto
[scrìt-to] aggettivo, scritto (forma con i prostetica iscritto)
Sabatini - Coletti
 
• aggettivo.
1- Espresso, effettuato attraverso la scrittura: discorso scritto; esami scritti || lingua scritta, quella usata nella scrittura, che in genere rispetta norme più rigide di quelle che regolano la lingua parlata
2- Che mostra la presenza della scrittura: pagina scritta
3- fig. Impresso: avere qualcosa scritto nella mente
4- fig. Destinato, decretato: era scritto che avrei fatto tale fine

sostantivo maschile
1- La forma scritta della comunicazione linguistica; la lingua usata nella scrittura: lo scritto e il parlato || mettere per scritto, per iscritto, scrivere, formalizzare
2- Nel lessico scolastico, prova scritta d'esame o la parte non orale di una materia: gli scritti della maturità
3- Qualsiasi cosa scritta; in particolare, testo scritto, soprattutto di natura letteraria: scritti filosofici di Cicerone.
 
 
Scritto
 
Scritto dovunque,
segno le strade che so,
le marco su un foglio
riposto nel cuore.
 
Son desto di voci,
preghiere interminabili
verso cieli improbabili
rivolgo, prego!
 
Nel quid imprevisto
sostengo tesi difficili,
poi volgo lo sguardo
e ritrovo sorrisi...
 
Anonimo
del XX° Secolo
poesie ritrovate